La bicicletta: c’è chi la porta in centro e chi preferisce raggiungere punti panoramici, per godere di viste mozzafiato.
Fra Opicina e Trieste c’è un itinerario cicloturistico che fonde entrambe le esigenze, passando dagli impegnativi sterrati alla pista ciclopedonale.
Tra i dolci e verdeggianti rilievi dei monti Cocusso e Stena e le tavolozze fiorite della Val Rosandra, gialla in primavera e rosa/violetto in autunno, il percorso conduce verso la scenografica Piazza Unità d’Italia a Trieste, elegante salotto della città.
DALLO STERRATO ALLA CICLABILE, UN TRACCIATO MISTO DI MEDIA DIFFICOLTÀ
Il percorso ciclabile Opicina-Trieste parte e arriva al capolinea del tram delle due località.
La lunghezza è di 28,5 chilometri, per un dislivello di 331 metri, mentre il “tetto” di questo tracciato di media difficoltà si trova a quota 427 metri.
È un itinerario misto, che si chiude con una discesa facile verso Trieste: oltre gli 11,5 km di pista ciclabile, ce ne sono 14 di sterrato e 2,5 in asfalto.
Si percorre agevolmente in tre ore, salvo soste qua e là lungo la pedalata. Le caratteristiche del terreno carsico, duro e pietroso, fanno sì che l’itinerario sia percorribile esclusivamente in mountain bike e consigliato soprattutto a ciclisti dotati di un minimo di esperienza, capaci di risolvere eventuali forature autonomamente.
IN BICI ALL’OBELISCO E SUL MONTE STENA CON PANORAMI MOZZAFIATO
La prima parte del percorso, dal capolinea del tram a Opicina fino a poco oltre la ex cava Faccanoni, ricalca l’itinerario Opicina-Trebiciano-Opicina.
Da qui, su strada asfaltata si arriva all’Obelisco, un punto panoramico per ammirare Trieste adagiata sul mare.
Le vedute sulla città e sul golfo restano mozzafiato anche lungo la stradina che s’imbocca all’altezza dell’ex albergo Obelisco, attualmente abbandonato.
Si transita nei pressi della Grotta Nera, del bosco Bazzoni e della Foiba di Basovizza fino ad arrivare sulla vetta del monte Stena, splendido punto panoramico sulla Val Rosandra e sul capoluogo friulano.
LA CICLABILE “GIORDANO COTTUR” VERSO TRIESTE, TRA LE MERAVIGLIE DELLA VAL ROSANDRA
Il tracciato alterna tratti sterrati molto semplici e scorrevoli ad altri sconnessi e sassosi.
Dalla cima dello Stena prende il via la discesa che porta prima all’abitato di Draga Santa Elia, dove si trova una fontanella, e poi scendendo per la panoramica pista ciclabile Giordano Cottur fino a Trieste.
Si snoda su parte del tracciato della ferrovia che dal 1887 al 1959 collegava la stazione di Trieste/Campo Marzio con quella di Erpelle, lungo la ferrovia istriana Pola-Divaccia.
Il tratto, che attraversa l’area protetta del Parco Naturale della Val Rosandra, è quello compreso tra il confine italo-sloveno poco oltre l’ex Stazione di Sant’Elia e la diramazione dalla ferrovia Transalpina per Gorizia e Piedicolle nel rione di San Giacomo a Trieste.
L’ANTICA FERROVIA E LA SUA STORIA: PEDALANDO FRA VECCHI CASELLI E STAZIONI IN DISUSO
Ancora oggi l’antica storia della ferrovia riecheggia nei nove caselli – spesso destinati ad uso privato – e nelle due stazioni ferroviarie tra le quali spicca quella di Sant’Antonio in Bosco – Moccò.
Il tracciato ha mantenuto le cinque gallerie, i viadotti e parte dei ponti, che ne fanno un prezioso reperto di archeologia industriale. Il tratto che porta da Draga Sant’Elia ad Altura è sterrato; quello successivo, da Altura a San Giacomo, è asfaltato.
Per questioni di sicurezza, il percorso destinato ai ciclisti è distinto da quello pedonale. Dall’arrivo della ciclopedonale, si arriva in città lungo pendenze favorevoli.
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