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Milano, piano bici per la sicurezza: il sindaco Sala chiama governo e C40

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Piste ciclabili, zone 30, divieti per i mezzi pesanti che non installano sensori per gli angoli ciechi: ora il primo cittadino pensa a un progetto che coinvolga più livelli istituzionali, ispirato alle città estere

Non solo piste ciclabili ma un grande progetto che permetta ai ciclisti urbani di pedalare in sicurezza; non solo “Zone 30” ma un urgente intervento a più livelli che garantisca la coesistenza di tutti i mezzi di trasporto, salvaguardando la salute e la vita di chi usa la bicicletta in città.

Dopo un’estate estremamente difficile per commuter e pendolari “a due ruote” nel capoluogo lombardo, Milano s’interroga su come proteggere l’incolumità fisica dei suoi ciclisti; il sindaco Sala quindi “chiama” il governo e la C40 Cities, rete globale di quasi 100 sindaci delle principali città del mondo, uniti nell’azione per affrontare la crisi climatica.

IL PIANO BICI DEL SINDACO SALA E IL “CONTRIBUTO” DEL C40 E DELLE CITTÀ INTERNAZIONALI

Sala si è espresso sull’argomento a margine della cerimonia di apertura della Fei Jumping European Championship Milano 2023, Europei di salto a ostacoli disputati all’Ippodromo. Qui ha annunciato la volontà di convocare un tavolo di lavoro sul tema della sicurezza dei ciclisti in città con l’obiettivo di creare un piano bici.

Troppi e gravi incidenti avvenuti in estate, che hanno scatenato il malcontento e assieme i timori delle migliaia di ciclisti urbani. “Voglio avviare rapidamente un gruppo di lavoro ristretto che si interfaccia con il C40 e le altre città internazionali – ha spiegato Sala – perché serve più che mai un piano bici per la città. Dobbiamo andare oltre la questione delle piste ciclabili e ne ho parlato con il consigliere Marco Mazzei, che praticamente vive in bicicletta ed è una persona con grande buon senso. Faremo un gruppo ristretto per consegnare alla città il nostro percorso per diffondere le biciclette in sicurezza”.

I COMPORTAMENTI DEI CICLISTI E IL MODELLO DELLE ALTRE CITTÀ EUROPEE

Dalla parte dei ciclisti, il primo cittadino di Milano ha raccomandato a chi pedala di alzare ulteriormente l’attenzione alla propria sicurezza. “Anche i ciclisti devono assumere comportamenti attenti, poi ci vorrà più sicurezza sulle piste ciclabili e c’è anche il tema degli orari della città su cui riflettere” ha concluso il primo cittadino di Milano. 

È l’ora di agire, lo chiedono ad alta voce tutti quelli che hanno abbracciato uno stile di vita più sano e sostenibile, ma senza avere garanzie per la propria incolumità. “Voglio produrre un piano bici in linea con le grandi città europee. La città a 30 all’ora non è sufficiente anche su questo andremo avanti, ma tutti gli incidenti che abbiamo avuto sono stati in situazioni in cui il problema non era di velocità ma di coesistenza dei mezzi”.

L’INTERAZIONE FRA MILANO E IL GOVERNO E LE PRIORITÀ DI CHI PEDALA IN CITTÀ

L’accelerazione del Comune di Milano sulla sicurezza dei ciclisti in città “chiama” quella del governo e del ministro Salvini, che ha annunciato come il nuovo codice della strada guarderà in modo particolare ai ciclisti.

Per l’associazione milanese dei ciclisti Ciclobby, oltre alla creazione di corsie e piste ciclabili, è fondamentale moderare la velocità del traffico privato (con più Zone 30); intervenire sui mezzi pesanti che circolano in città con sensori per gli angoli ciechi (obbligo introdotto dal Comune di Milano per camion, bus e mezzi pesanti che entrano in Area B) e soprattutto far rispettare le regole, partendo dal punire le soste in doppia fila.

Già lo scorso inverno, in occasione del flash mob di viale Loreto con centinaia di bici e persone riverse sull’asfalto; la comunità delle due ruote aveva chiesto al sindaco e l’obbligo dei sensori di prossimità, la pedonalizzazione delle strade davanti a ogni scuola, la trasformazione di tutta la città in una Zona 30 entro il primo gennaio 2024.

Se poteste scrivere una lettera al vostro sindaco, quali sarebbero le vostre principali richieste per pedalare in sicurezza in città?

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