Bianche e innevate d’inverno, verdi di prati e boschi in estate, ma comunque invase di luce: in qualsiasi momento le si scopra, o riscopra, le valli di Fiemme e Fassa sono quanto di più vicino al paradiso possa immaginare la mente umana, un eden incorniciato e illuminato dalle Dolomiti del Latemar e del Catinaccio.
In questo scenario, non è proprio una ridondanza raccomandare ai cicloturisti di stare attenti a dove mettono le ruote, su quella Green Road delle Dolomiti che unisce le due valli lungo un percorso quasi tutto in asfalto, in sede propria o su strade a basso scorrimento, con possibilità di collegamento con gli impianti funiviari.
SUL TRACCIATO DELLA MARCIALONGA E DELLA FERROVIA ORA-PREDAZZO
La Green Road delle Dolomiti ricalca in gran parte il tracciato della Marcialonga e, nel tratto iniziale, quello dell’antica ferrovia Ora – Predazzo. Lungo tutta la lunghezza del percorso, il ciclista è accompagnato dallo scorrere del torrente Avisio, La Veisc in ladino, che nasce direttamente dal ghiacciaio della Marmolada.
Un’infrastruttura dedicata prettamente al cicloturismo che, dopo il grande successo della Green Road dell’Acqua, coniuga ancora una volta mobilità sostenibile con arte, storia e cultura, turismo e ricettività, natura.
La Green Road delle Dolomiti è una ciclovia ben servita e segnalata, con scorci unici sulle Dolomiti patrimonio mondiale UNESCO, frequentata dagli amanti di numerose discipline sportive e della natura e da tutti coloro che sono alla ricerca di una bellezza unica.
UNA LENTA E COSTANTE ASCESA FRA IL VALICO DI SAN LUGANO E PENÌA
La Green Road delle Dolomiti è un itinerario di 57,7 km con un dislivello positivo di 1100 metri. Si parte dal valico di San Lugano, a quota 1.097 metri slm, si arriva a Penìa, località di villeggiatura e frazione di Canazei, a 1540 metri slm. Il punto più basso, dopo 9 km, si trova invece a quota 810 metri slm.
Prima parte prevalentemente in discesa fino a Molina di Fiemme, dove si passa dall’altro lato del Torrente Avisio e si inizia pian piano a salire seguendo la Pista della Marcialonga e la Ciclabile di Fiemme e Fassa.
Dal ponte sull’Avisio in poi la Ciclabile è una lenta e costante ascesa, eccezion fatta per due punti impegnativi intorno al km 30 e al km 34, tra Predazzo e Moena.
LA RISERVA DI BROZIN, LE SALITE MITICHE E IL FASSA BIKE PARK
Non solo Green Road delle Dolomiti: lungo il tracciato sono presenti diversi punti che ammiccano agli appassionati di natura, bicicletta e grande ciclismo. La Riserva Locale di Brozin è attraversata da un percorso pedonale ad anello, accessibile da tre diversi punti. Un percorso agevole, della lunghezza di circa 3,5 km, su fondo naturale, con salite e discese modeste.
Dalle valli di Fiemme e Fassa sono inoltre numerose le salite già teatro di imprese eroiche del ciclismo, tappe imperdibili per tutti gli amanti della bici da corsa, con una segnaletica dedicata che fornisce informazioni dettagliate lungo il percorso su distanze, dislivelli e pendenze.
Per gli amanti del gravity c’è il Fassa Bike Park, tra Col Rodella e Belvedere; si raggiunge facilmente con gli impianti di risalita da Campitello, Canazei o Alba. Dai 2.000 metri di quota inizia la discesa, lungo sentieri e single track che alternano tratti con ostacoli naturali a parti più lavorate, in un susseguirsi di curve spondate e passerelle in legno.
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