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La ferrovia dismessa Capranica-Civitavecchia è un’avventura a ostacoli

1 anno fa •  2 minuti di lettura
Per gli amanti degli itinerari difficili fra stazioni abbandonate, gallerie oscure e single track profumati di anice e origano, un'esperienza di 52 km da affrontare rigorosamente su MTB

Nel suo passato c’è la monotona quotidianità di una coppia: le rotaie della ferrovia inaugurata nel 1929 e dismessa già da qualche decennio. Nel futuro, o forse solo nei sogni, c’è una riqualificazione e un ruolo di primo piano nel panorama cicloturistico fra Tuscia e Lazio.

Il presente dell’ex tratta ferroviaria da Capranica a Civitavecchia, parte della più lunga via di comunicazione che partiva da Orte e collegava le acciaierie di Terni al mare, è oggi difficile terreno di “conquista” per gli amanti delle avventure in mountain bike.

Avventure estreme, a leggere le descrizioni di chi si è avventurato fra natura selvaggia, tunnel bui e muretti da scavalcare. Ecco cosa vi aspetta se deciderete di regalarvi una giornata da Indiana Jones del pedale.

LE DIFFICOLTÀ DEL TRACCIATO FRA NATURA SELVAGGIA E ANIMALI ALLO STATO BRADO

Il percorso sull’ex ferrovia Capranica-Civitavecchia misura poco più di 52 km, ha un fondo in sterrato, sentieri e minima parte asfalto, un dislivello positivo di 220 metri e negativo di 575. Per coprirlo interamente si impiegano fra le quattro e le sei ore: si pedala soprattutto in discesa, ma non mancano strappi in salita.

Le tempistiche di percorrenza dipendono, chiaramente, dal livello di allenamento dei ciclisti e dalla loro familiarità con terra, ghiaia, rocce, fango e pozzanghere. Sul percorso può capitare, infatti, di attraversare tratti fangosi o allagati, ma anche salite o discese invase da rovi di mori, alte piante spinose o liane, ma anche muretti di uno-due metri che suggeriscono di scavalcare e passare la bici a mano.

Attenzione agli animali, soprattutto nei tunnel di lunghezza variabile fra i 200 metri e il chilometro, riparo per bovini che ne dispongono secondo natura senza curarsi di chi farà loro “visita” in bicicletta. Gli ultimi 5 km, in discesa su asfalto verso Civitavecchia, sono un meritato premio.

IL PAESAGGIO: L’AVANZARE DELLA NATURA FRA LE INFRASTRUTTURE DISMESSE

Il paesaggio che incornicia questa avventura in MTB è un continuo contrasto fra le infrastrutture costruite e poi abbandonate dall’uomo e l’avanzare della natura, nel tentativo di riprendersi i suoi spazi, che profumano di finocchio selvatico, anice e origano.

È tutto un alternarsi fra strade larghe e percorsi resi minimi dalle piante, ponti e stazioni dismesse, fianchi di roccia, verdi colline, gallerie arabescate da spettacolari ragnatele lungo le pareti. Qua e là fanno capolino bovini, cavalli e asini, ma anche lucertole, tartarughe e rane.

L’EQUIPAGGIAMENTO: MTB, RICAMBI, ABBIGLIAMENTO ADATTO E TORCE PER LE GALLERIE

Per un’avventura non convenzionale (e non proprio per tutti) come il percorso sulla Capranica-Civitavecchia è consigliato un equipaggiamento adeguato, a partire da un bicicletta adatta a percorsi in sterrato, verosimilmente una MTB, camere d’aria e ricambi per ogni eventualità.

Importante portare con sé alimenti e acqua in abbondanza, non essendo presenti fonti lungo il percorso; abbigliamento adatto a “fuori programma acquosi” o fangosi ma anche all’eventuale impatto con i rovi; scarpe a suola resistenti; torce e luci potenti per illuminare le gallerie.

Qual è stata la scoperta in bicicletta più avventura nella quale vi siete lanciati? Condividetela nei commenti!

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