Dai turisti ai ciclisti di città: l’itinerario AIDA è un’opera che unisce

3 anni fa •  2 minuti di lettura
Il progetto della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta collega l'Alta Italia da ovest a est, dal Moncenisio all’Istria, lungo un itinerario di 900 km che si muove fra ciclovie già esistenti, città d'arte e siti UNESCO, guardando sia ai cicloturisti sia a chi utilizza la bici per andare al lavoro

Musica, sogno, movimento. Come l’incedere di una bicicletta. AIDA è il nuovo itinerario ciclabile che unisce l’Italia settentrionale dal Moncenisio all’Istria, toccando anche le sue principali città, come l’Aida di Giuseppe Verdi legò gli italiani durante il Risorgimento.

Nel fiorente panorama delle ciclovie del nostro Paese, AIDA nasce come acronimo di “Alta Italia Da Attraversare” e fisicamente si sviluppa come un tragitto di 900 km che tocca sorprendenti scenari rurali, così come grandi città del calibro di Torino, Milano, Venezia e Trieste.

Un progetto che può già contare su un’estesa rete di segmenti viari dedicati, corrispondenti al 50 per cento del totale: obiettivo prioritario sarà unire tutti i tracciati.

DIECI, QUINDICI, VENTI GIORNI: 900 CHILOMETRI DA PERCORRERE IN SELLA A RITMI DIVERSI

L’itinerario AIDA è un progetto di FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), associazione nazionale non-profit con circa 18.000 soci e più di trent’anni di attività, il cui obiettivo è trasformare l’Italia in un Paese ciclabile. Partner del progetto sono ItinerAria e Movimento Lento, che hanno curato la realizzazione della segnaletica.

I 900 chilometri del percorso possono essere coperti in 10-12 giorni se si è ben allenati o si pedala con una e-bike, fra le due e le tre settimane se si ha più tempo disponibile o se si preferisce pedalare con più calma.

GLI OBIETTIVI DI AIDA: COLLEGARE LE CICLOVIE ESISTENTI E POTENZIARE LA MOBILITÀ LOCALE

I tracciati individuati da FIAB puntano a soddisfare sia la domanda di percorsi ciclo-turistici, sia la domanda di mobilità locale, collegando in un caso le attrazioni, dall’altra i paesi.

Dalla porta d’Occidente alla porta d’Oriente, gran parte dell’itinerario è su sede propria, proprio perché utilizza percorsi regionali esistenti o in via di definizione, come la Francigena della Val di Susa (lavori iniziati a gennaio 2021), il Canale Cavour, Canale Villoresi, Naviglio Martesana, Ciclovia dell’Alpe Adria, la ciclovia Treviso-Ostiglia, le ciclabili dei fiumi Sile e Piave verso Jesolo, quest’ultima in fase di sviluppo.

IN BICI TRA SITI UNESCO E CITTÀ D’ARTE

Oltre alla qualità ciclabile, si è tenuto conto del forte appeal turistico e naturalistico delle città e dei territori e città attraversati, cui è legata una spiccata capacità ricettiva. Basterebbe dire Venezia, a mo’ di esempio.

E poi i siti UNESCO come la Palazzina di Caccia di Stupinigi, il Foro Romano di Santa Giulia e il Complesso Monastico Longobardo di San Salvatore a Brescia, il Teatro Olimpico di Vicenza.

Ma c’è tanto altro, dalla Sacra di San Michele in Val di Susa alla Mole e il Museo Egizio di Torino, dalla Milano dell’arte e dell’architettura alle mille fontane di Brescia, dall’incantevole Garda fino alle ville e alle signorili città del Veneto continentale, da Verona a Padova, da Vicenza a Treviso.

Non solo turisti: fra gli obiettivi dei promotori c’è anche il desiderio di rendere riconoscibili e sicuri gli ingressi ciclabili alle città densamente abitate, per favorire i tragitti casa-lavoro e lo spostamento dei residenti. Cicloturisti e commuter, nessuno è escluso dalla platea dell’AIDA: tutti uniti, nel nome della bicicletta.

E voi, in quanti giorni affrontereste l’avventura dell’itinerario AIDA?

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