Non è proprio dritta come la linea di un pentagramma, ma ospita note che solo un viaggio in bicicletta permette di cogliere in tutta la loro bellezza.
Villaggi alpini, oasi verdi, borghi medievali e città d’arte impreziosiscono il primo tratto dell’AIDA, la ciclovia Alta Italia da Attraversare, poco più di 230 chilometri dal Colle del Moncenisio a Novara, passando per Vercelli e Torino.
Un progetto pensato nel 2016 dalla FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), con costi di costruzione e impatto ambientale minimi, grazie al recupero di ciclabili già esistenti – la metà del totale – integrati con tracciati ricavati da strade carrabili o a basso traffico.
Nella sua totalità, porta dal confine con la Francia a quello con la Slovenia: un armonioso “movimento” di oltre 900 chilometri.
PEDALANDO FRA LAGHI, ARCHI ROMANI E ABBAZIE DAL MONCENISIO ALLA VAL DI SUSA (50 km)
Montiamo in sella al confine tra Francia e Italia, nei pressi del Lago di Saint Nicolas, nostro obiettivo: la Pianura Padana.
Una serie di tornanti tra i boschi ci porta a Moncenisio (km 7) e poi a Novalesa (km 14), dove ci accoglie un’abbazia benedettina fondata nel 726.
Scivoliamo verso sud, a Susa, e poi con una piccola deviazione salutiamo l’Arco di Augusto, costruito nel I secolo a.C. I villaggi di Bussoleno, Sant’Antonino e Chiusa di San Michele (km 50) ci guidano ai piedi della celebre Sacra di San Michele, monastero simbolo del Piemonte, che domina dal monte Pirchiriano.
STUPINIGI, SUPERGA E L’ENERGIA DELL’ANTICA CAPITALE: DALLA VAL DI SUSA A TORINO (51 km)
Proseguiamo la ciclo-scoperta nel parco naturale del lago d’Avigliana e lasciamo definitivamente le montagne per la pianura.
Dopo Orbassano sgraniamo gli occhi e riposiamo i muscoli di fronte alla reale Palazzina di Caccia di Stupinigi (km 38), sito UNESCO, progettata da Filippo Juvarra per la casa reale dei Savoia.
Più a nord raggiungiamo il Po e ci teniamo stretta la riva sinistra fino al centro di Torino, prima capitale del Regno d’Italia, dove ancora oggi si rivive l’atmosfera del XIX secolo al Museo Nazionale del Cinema, nella Mole Antonelliana, ma anche fra San Salvario, i Murazzi e Piazza Castello.
Meta della tappa è il ponte Vittorio Emanuele I, dal quale scorgeremo nitidamente la Gran Madre e il colle di Superga.
DA TORINO A RONSECCO, CICLOVAGANDO LUNGO PARCHI FLUVIALI, CANALI E FORESTE (73 km)
Salutiamo Torino seguendo la VenTo, la ciclovia che collega il capoluogo piemontese a Venezia.
L’acqua è protagonista assoluta, fra parchi fluviali, canali e dighe come quella di San Mauro Torinese dopo nove chilometri.
Si procede verso Nord lungo il verde Parco Fluviale del Po fino a Chivasso (km 30), località nota per la presa del Canale Cavour, notevole opera idraulica inaugurata nel 1866 su iniziativa del primo ministro cui deve il suo nome.
Attraversata la Dora Baltea, arriviamo all’antico Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino (km 68), una specie di zattera verde di 600 ettari sul mare delle risaie circostanti, è giunto fino ai nostri giorni grazie alle rigide regole di gestione dei tagli rispettate sin dal XIII secolo. Dopo 5 km, fine tappa a Rosecco.
LA BORSA DEL RISO, I BICCIOLANI E LA PANISCIA: DA RONSECCO A NOVARA (58 km)
L’ultima tappa interamente piemontese dell’AIDA passa da Lignana e Larizzate per arrivare dopo meno di 20 km a Vercelli, città di stampo romano, oggi sede della Borsa del Riso: in piazza Cavour incrociamo la ciclabile della Via Francigena, gustiamo i tipici biscotti Bicciolani e volgiamo la forcella verso Est.
Incrociamo il fiume Sesia (km 20) e tagliamo in due le risaie di Torrione e Vinzaglio, prima di intravedere la cupola di San Gaudenzio nei pressi di Casalino.
Una volta superato il Torrente Agogna (km 41) sulla SP6, prendiamo la Strada vicinale di Mercadante, che gli corre parallela, per farci condurre nel cuore di Novara, città di studi e di commerci ma anche di gusto: il Gorgonzola e la Paniscia, piatto invernale tipico a base di riso, sono il meritato premio dopo una lunga pedalata.
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