Sui sentieri che sono stati per anni terreno di grandi manifestazioni podistiche, si è registrato il lento ma progressivo affermarsi della mountain bike, con la necessità di formare e poter dislocare sul terreno istruttori e guide, grazie alle prime scuole adibite a questa funzione.
Non è perciò un caso se proprio in questo territorio è sorta la prima Scuola Italiana di E-Bike, una struttura dedicata esclusivamente all’insegnamento delle tecniche e della guida della bici a pedalata assistita. Si potrebbe pensare che non ci siano poi così tante differenze con una bici muscolare: non è così e il direttore tecnico della struttura Daniele Frigerio lo spiega chiaramente.
«La nostra struttura è in funzione dal 2016 attraverso l’impegno e la passione di 5 fondatori. Siamo tutti legati alla cultura dell’outdoor e abbiamo presto compreso come la bici a pedalata assistita avrebbe avuto una grande diffusione, avvicinando alle due ruote anche chi non era certo avvezzo. Poi è arrivato il covid, l’esplosione del mercato legato alle e-bike e noi abbiamo compreso che la nostra scelta era stata quella giusta. A oggi abbiamo avuto oltre 800 diplomati che agiscono come istruttori o guide di e-bike”.
Corsi in giro per l’Italia
L’attività della SIEB si svolge non solo a Cuneo: “Noi allestiamo dai 15 ai 20 corsi all’anno, sparsi per tutto il territorio nazionale, tenuti dai nostri istruttori che sono una quindicina in totale. L’attenzione verso le nostre attività è in continua crescita e dimostra come le nostre scelte erano state indovinate, perché le e-bike portano sempre più gente a pedalare a conoscere il territorio nella maniera più consona, più tranquilla e per certi versi attenta.
La struttura dei corsi è piuttosto semplice: “Ognuno è sviluppato attraverso 3 giornate, per complessive 32 ore. Inizialmente avevamo preventivato una giornata in più da dedicare allo studio specifico della meccanica dell’e-bike, ma ci siamo accorti che la maggior parte degli iscritti aveva già sufficienti nozioni, nel caso quindi c’è un corso aggiuntivo. Le tre giornate prevedono al fianco delle lezioni teoriche anche prove pratiche sia in ambiente urbano che extraurbano, con una parte specifica riservata all’uso del motore e della batteria. Al termine del corso forniamo un titolo (guida turistica dal 1° al 3° livello, Tecnico Nazionale Mtb dal 1° al 3° livello) pienamente valido considerando che la nostra scuola è affiliata all’Acsi”.
Un territorio ideale per l’offroad
Anche se i corsi, come detto, si svolgono praticamente in tutte le regioni, la scuola mantiene un forte legame con il suo territorio, che d’altronde è un autentico paradiso per le uscite in fuoristrada. Le e-mtb si sono diffuse enormemente nella zona e questo grazie alla bellezza dei suoi posti, considerando ad esempio la Valle Varaita come una delle più frequentate e ricche di sentieri per escursioni, che richiamano appassionati anche dalle regioni limitrofe e dall’estero.
Questa considerazione ci mostra come i territori con una forte vocazione turistica rappresentino il punto di incontro ideale fra il nostro universo a misura di cicloturista e le esigenze di chi ha fiutato il nuovo vento e vuole riservare all’ospite un’accoglienza completa e al passo con le sue necessità.
Nel mondo DINAclub
DINAclub è molto presente sul territorio ed è un riferimento per chi si avventura su quelle terre; ad esempio, Enertec dispone a Isasca di una stazione all’avanguardia, con una struttura snella e varie postazioni di ricarica. Oppure Casina Bric, a Serralunga d’Alba, la proprietà più elevata del comune di Barolo nelle Langhe dove la pratica della corsa offroad, in bici o a piedi, è nella cultura stessa del territorio. O ancora la Fondazione Filatoio Rosso, una stazione di ricarica addirittura posizionata all’interno del vecchio Filatoio di Caraglio, di cui abbiamo parlato nel racconto di Paolo Franzese, in un immobile seicentesco che è nella cultura stessa della Val Grana.
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