L’estate appena conclusa ha segnato la definitiva affermazione dell’e-bike trekking come una delle tendenze più apprezzate del turismo outdoor. Sempre più persone scelgono di scoprire sentieri, borghi e aree naturali in sella a una bici a pedalata assistita, sperimentando un modo diverso, più sostenibile e accessibile, di vivere la natura. L’e-bike trekking non è solo attività sportiva: è un’esperienza di viaggio che unisce avventura, esplorazione e rispetto per l’ambiente.
Sebbene il motore elettrico renda la pedalata meno impegnativa, un minimo di preparazione resta fondamentale. Prima di partire è utile fare qualche uscita di prova, così da prendere confidenza con la bici e con le varie modalità di assistenza. La pianificazione dell’itinerario deve tenere conto del proprio livello di allenamento, della durata del viaggio e del dislivello. Le app dedicate al cicloturismo, come Komoot, Strava o Bikemap, aiutano a tracciare percorsi, individuare punti di ricarica e programmare le soste in sicurezza. Anche il progetto DINAclub by Repower mette a disposizione su Komoot una mappa dettagliata con tutte le stazioni di ricarica presenti sul territorio italiano.
L’Italia offre scenari ideali per l’e-bike trekking: dalla Via Francigena, che attraversa la penisola, ai percorsi dolomitici dal Trentino alla Val Pusteria, dove paesaggi alpini, laghi e boschi si alternano senza sosta. Molto frequentata anche la Ciclovia del Sole, che collega il Brennero a Bologna, così come gli itinerari costieri di Sardegna e Puglia, perfetti per ammirare il mare da prospettive insolite. La crescente presenza di strutture “bike friendly” e di stazioni di ricarica rende oggi possibile organizzare viaggi di più giorni in autonomia.
Gestire correttamente l’autonomia della batteria è un aspetto centrale. Le moderne e-bike garantiscono in media tra i 70 e i 120 chilometri con una carica, anche se valori e consumi variano in base al livello di assistenza, al peso del ciclista e alle pendenze. È consigliabile iniziare sempre con la batteria al 100% e utilizzare le modalità più potenti solo sulle salite più impegnative, limitando l’assistenza nei tratti pianeggianti. Un caricatore leggero e una powerbank per i dispositivi elettronici sono accessori sempre utili.
Per un viaggio in e-bike servono abbigliamento tecnico traspirante, casco omologato, guanti, occhiali e scarpe da ciclismo. Le borse impermeabili da telaio o da portapacchi permettono di trasportare tutto ciò che è essenziale: acqua, snack, kit di riparazione e un piccolo pronto soccorso. Indispensabili anche un buon lucchetto per le soste e un GPS o smartphone con mappe offline per orientarsi senza difficoltà.
Prima della partenza è bene verificare la pressione delle gomme, freni e catena, oltre a controllare le previsioni meteo. Viaggiare leggeri, rispettare i tempi di ricarica e fare pause regolari aiuta a vivere il viaggio in modo piacevole e senza stress. In fondo, l’e-bike trekking non è una gara: è un modo per rallentare, immergersi nei paesaggi e riscoprire il piacere del viaggio in armonia con l’ambiente.
Grazie alla capacità di rendere accessibili anche i percorsi più impegnativi e di ampliare le possibilità del cicloturismo, l’e-bike trekking rappresenta una nuova frontiera del viaggio lento. Un modo di esplorare che combina comfort, avventura e sostenibilità, e che, dopo l’ultima estate, sembra destinato a conquistare un numero crescente di appassionati.


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