Ebikeliguria.it è diventato un punto di riferimento per il cicloturismo outdoor in Liguria: in che momento hai capito che l’Alta Via dei Monti Liguri poteva diventare una destinazione strategica per l’e-bike?
Circa quindici anni fa, abbiamo iniziato a lavorare con le mountain bike tradizionali, e successivamente, dopo qualche anno, ci siamo avvicinati anche alle e-mountain bike. La vera rivelazione è arrivata quando abbiamo capito che le e-bike avrebbero permesso di rendere accessibili percorsi difficili e panorami mozzafiato anche a chi non ha una preparazione fisica specifica o a chi, magari per motivi di età, non riusciva a percorrere tratti troppo impegnativi. L’Alta Via dei Monti Liguri, con la sua varietà di paesaggi e la sua bellezza incontaminata, si è presto rivelata una destinazione ideale per l’e-bike, unendo l’opportunità di esplorare la natura con il comfort della pedalata assistita.
L’e-bike permette di accedere a territori più complessi e autentici. Qual è, secondo la tua esperienza, il valore aggiunto della pedalata assistita per scoprire i luoghi più nascosti e suggestivi dell’Alta Via?
A mio avviso, il vero valore aggiunto delle e-mountain bike non sta tanto nel permettere di scoprire luoghi più nascosti o suggestivi, che comunque sono già ben conosciuti da chi percorre l’Alta Via, ma nel rendere questi luoghi accessibili a una gamma più ampia di persone. Con una bici a pedalata assistita, anche chi non è particolarmente allenato, o chi ha una certa età, può affrontare itinerari più lunghi o più difficili. La bici assistita permette di superare dislivelli e percorsi che altrimenti sarebbero impossibili, dando la possibilità di godere della bellezza del paesaggio in modo più rilassato e meno faticoso.
Quali sono le principali sfide per chi vuole promuovere il turismo lento e sostenibile su un territorio come quello ligure, conosciuto soprattutto per il turismo balneare?
Questa è una domanda davvero interessante. La sfida principale consiste nel far conoscere e valorizzare il nostro magnifico entroterra. La Liguria è giustamente famosa per il suo turismo balneare, ma pochi conoscono la sua altrettanto affascinante offerta di paesaggi, storia, cultura e tradizioni che si sviluppano all’interno. Il nostro obiettivo è promuovere un tipo di turismo lento, che permetta di scoprire la Liguria più autentica e nascosta. Non è semplice, perché occorre cambiare la mentalità di chi è abituato a considerare solo il mare come una meta turistica, ma stiamo lavorando affinché l’entroterra diventi una destinazione interessante per un numero sempre maggiore di persone, con attività che rispettano l’ambiente e il territorio.
L’Alta Via dei Monti Liguri attraversa una varietà sorprendente di paesaggi e piccoli borghi: come avete coinvolto le comunità locali per rendere più attrattiva l’esperienza per i cicloturisti?
Il nostro lavoro con le comunità locali si è concentrato principalmente sulla creazione di una rete di accoglienza che potesse rispondere alle esigenze dei cicloturisti. Questo coinvolgimento è stato soprattutto a livello privato, con piccole strutture ricettive come rifugi, B&B, agriturismi e piccoli alberghi. Le comunità locali sono fondamentali per garantire una vera esperienza di accoglienza autentica, dove il cicloturista può godere di un’accoglienza calorosa e di un’immersione nella cultura locale. Siamo sempre attenti a mantenere il contatto con queste realtà per assicurarci che l’esperienza offerta sia sempre di qualità.
Qual è il feedback più frequente che ricevete dai cicloturisti che utilizzano il portale per organizzare la loro esperienza? Quali aspetti dell’itinerario apprezzano di più?
I cicloturisti che utilizzano il nostro portale, www.ebikeliguria.it, e anche il sito parallelo www.altaviainfoh24.com, apprezzano soprattutto la varietà e la completezza delle informazioni. In particolare, il nostro portale offre una guida sempre aggiornata sull’Alta Via dei Monti Liguri, sia per il trekking tradizionale che per la versione pedalabile. Gli utenti sono particolarmente entusiasti della possibilità di percorrere il tracciato in gran parte dell’anno, grazie alla sua accessibilità anche in bassa stagione, e della presenza di numerose strutture ricettive lungo il percorso. Inoltre, molti apprezzano l’ambiente naturale selvaggio, che regala un’esperienza di contatto autentico con la natura.
Considerando la crescente presenza di turisti stranieri che scelgono vacanze attive e sostenibili, quali elementi potrebbero ulteriormente valorizzare il territorio ligure per intercettare questo tipo di domanda?
Per valorizzare ulteriormente il territorio ligure, sarebbe fondamentale che le istituzioni pubbliche svolgessero un ruolo più attivo nella promozione. Penso che la partecipazione a fiere specializzate e la maggiore diffusione delle offerte turistiche attraverso i social media potrebbero fare la differenza. Inoltre, occorrerebbe un maggiore supporto alla creazione di infrastrutture dedicate al cicloturismo, come punti di ricarica per le e-bike e mappe interattive per i percorsi, che facilitino l’orientamento dei cicloturisti. La promozione del turismo attivo e sostenibile è un aspetto sempre più importante, soprattutto per attrarre una clientela straniera che cerca esperienze autentiche e meno convenzionali.
In che modo, secondo te, le infrastrutture digitali e di ricarica possono cambiare l’esperienza di chi percorre percorsi lunghi e articolati come l’Alta Via?
Credo che la tecnologia possa davvero fare la differenza nel migliorare l’esperienza dei cicloturisti lungo itinerari lunghi e complessi come l’Alta Via.
Sul fronte della ricarica, siamo già ben attrezzati: tutte le nostre strutture ricettive dispongono di punti dedicati per le e-bike, quindi garantire l’autonomia non è un problema.
Ma è sul piano digitale che vedo grandi potenzialità: strumenti come le app per la navigazione, le guide interattive aggiornate in tempo reale, o la possibilità di ricevere e condividere informazioni sulle condizioni dei percorsi (come tratti danneggiati, deviazioni, punti di interesse) possono rendere il viaggio molto più fluido, sicuro e coinvolgente.
In questo senso, il digitale non è solo un supporto pratico, ma diventa parte integrante dell’esperienza, aiutando i cicloturisti a vivere il territorio in modo più consapevole e connesso.
Come reagiscono le strutture ricettive locali all’idea di ospitare cicloturisti e alla necessità di adattarsi, anche a livello di servizi e infrastrutture?
Le strutture ricettive locali sono da anni molto aperte all’idea di ospitare cicloturisti. Sanno che questa è una nicchia in crescita e che soddisfare le necessità di chi viaggia in bicicletta richiede un adattamento dei servizi. Le strutture, infatti, hanno iniziato ad attrezzarsi con servizi specifici, come spazi per riporre le biciclette in sicurezza, possibilità di ricarica per le e-bike e menu adatti ai ciclisti. Questo tipo di adattamento è fondamentale per garantire un’accoglienza di qualità e per stimolare un flusso continuo di visitatori, che contribuisca allo sviluppo sostenibile del territorio.
Se dovessi dare un consiglio a chi vuole esplorare l’Alta Via per la prima volta con una e-bike, quali punti di interesse imperdibili suggeriresti e perché?
Questa è una domanda difficile, poiché il concetto di “bello” è altamente soggettivo e dipende dalle preferenze personali di ogni cicloturista. Tuttavia, posso dire che, in linea generale, la parte occidentale dell’Alta Via è quella più impervia e dolomitica, con panorami mozzafiato e percorsi più impegnativi, mentre la parte centrale è più boscosa e adatta a chi cerca un’esperienza più tranquilla. La parte orientale è la più facile, ma comunque affascinante, soprattutto per chi cerca un’esperienza di mountain biking più rilassata. Ogni zona ha le sue peculiarità, e ognuna merita di essere esplorata, anche se la scelta dipende molto dalla capacità tecnica e dalle preferenze del singolo.
Pensando al futuro, in quale direzione credi dovrebbe evolvere l’offerta di cicloturismo dell’Alta Via dei Monti Liguri per diventare ancora più competitiva rispetto ad altri itinerari cicloturistici in Europa?
Credo che la direzione giusta sia quella di concentrarsi su percorsi di montagna più impegnativi, che attraggano cicloturisti alla ricerca di sfide, piuttosto che su “piste ciclabili” più facili e turistiche. Dobbiamo mantenere l’autenticità del percorso montano, con tracciati impegnativi che offrano un’esperienza unica a chi ama l’avventura e il contatto profondo con la natura. L’elemento che ci distingue è proprio la possibilità di percorrere tratti di montagna con forti dislivelli, che permettono di vivere un’esperienza diversa rispetto ad altri itinerari cicloturistici in Europa.
Hai notato esempi virtuosi di collaborazione tra operatori locali, amministrazioni pubbliche e realtà private per migliorare l’esperienza turistica sull’Alta Via? Quanto conta creare un ecosistema integrato per il successo del cicloturismo?
Il tracciato pedalabile dell’Alta Via è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra operatori locali, amministrazioni e realtà private, ma anche grazie al lavoro di volontari che si sono dedicati alla creazione e manutenzione dei percorsi. Tuttavia, i fondi raccolti con la vendita delle guide non sono sempre sufficienti a coprire i costi di aggiornamento e manutenzione del sito. Un ecosistema integrato, che veda collaborare operatori locali, amministrazioni e realtà private, è fondamentale per il successo del cicloturismo, poiché consente di offrire un’esperienza turistica completa e di qualità.
Guida in rete e foto credits: www.altaviainfoh24.com”
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