È considerata dai cicloturisti come il più agevole valico alpino. Ed è tra i percorsi transfrontalieri per biciclette più amati dai tedeschi. Ma non solo: a conoscere ed esplorare la Via Claudia Augusta, infatti, arriva ogni anno un gran numero di ciclisti da ogni continente e di ogni età, su bici tradizionale o a pedalata assistita. Collegamento culturale fra regioni d’Europa, prima ancora che semplice asse viario, la via Claudia Augusta parte da Donauwörth sul Danubio, in Baviera, supera le Alpi e all’altezza di Trento si scinde in due varianti. La Padana arriva a Ostiglia (Mantova), sul Po, dopo 685 km, toccando Rovereto e Verona. La Altinate termina dopo 752 km ad Altino, presso Venezia, dopo aver toccato Feltre e attraversato i luoghi, la storia e suggestioni della Valsugana, da Civezzano fino alle ultime propaggini del Tesino, l’altopiano inserito nella più orientale della comunità di valle (“Valsugana e Tesino”).
Da Civezzano a Borgo Valsugana tra forti, laghi e musei open-air
Salutato il punto in cui la Via Claudia Augusta si scinde, all’altezza del Ponte di San Lorenzo a Trento, il percorso ciclabile verso la Valsugana, fino a Roa di Castel Tesino, misura 77 chilometri. Chi preferisce raggiungere Civezzano in bici, fra Trento e Villamontagna deve masticare circa 11 km con pendenza media prossima al 4 per cento (si passa da 200 a 600 metri di altitudine). Si può però organizzare la prima tappa da Civezzano a Borgo Valsugana, lungo 35 km con 597m di dislivello, con diversi tratti in salita: dopo gli abitati Civezzano e Pergine, nel primo tratto che affianca il lago di Levico, tra Levico Terme e Selva di Levico e, infine, un paio di chilometri verso Roncegno Terme.
Lasciati alle spalle l‘Ecomuseo Argentario, il forte di sbarramento della Prima guerra mondiale, villaggi animati e pittoreschi paesaggi, si arriva a Pergine dove si ammirano la rinascimentale via Maier e il castello, e da lì si sale oltre i 600 metri slm al lago di Levico, nell’omonima città di cura fondata dagli Asburgo. La bellezza del suggestivo quartiere Selva e dei pirati verdi e fioriti in direzione Borgo Valsugana, dopo essersi immessi sulla ciclabile del Brenta, aver salutato il museo d’arte contemporanea open-air Arte Sella ed essersi “arrampicati” a Roncegno terme.
I paesaggi pittoreschi fra bassa Valsugana e Altopiano del Tesino
Piuttosto impegnativo il secondo segmento del tracciato, che percorre la Bassa Valsugana e l’Altopiano del Tesino, 29,2 km totali con un dislivello di 812 metri. Insomma: breve ma intenso. Tra Scurelle e il Passo della Forcella, prima di Pieve Tesino, si sale dai 400 ai 910 metri sul livello del mare, per 12 km. Nei primi sei la pendenza media supera il 6 per cento. Sul versante del monte Ciolino c’è Castel Telvana, sentinella della via Claudia Augusta sin dall’Alto Medioevo.
Origine più antica per Castel Ivano, nel punto in cui si intersecano le strade oltre il Tesino e lungo il Brenta. È lì la pedalata in Valsugana, prima agevole e rilassante, diventa “pane” per gambe più allenate. Si sale infatti verso l’altopiano del Tesino, dove ci attendono un torrente, un lago, pittoresche stradine di montagna, ponti storici e località come Castello Tesino, dove si pensa sorgesse un castrum romano.
Pedalando nella valle dei sapori e dei vigneti
In Valsugana anche l’acqua è speciale, in un cestino delle eccellenze colmo di tentazioni: dai piccoli frutti ai formaggi (quello di malga riporta al palato i profumi dei pascoli d’alta quota), dal miele (di rododendro e di castagno) agli insaccati come la lucanica trentina, la carne salada, lo speck, i cacciatorini, le ciuighe e la mortandela di Caldonazzo.
Se storicamente la Via Claudia Augusta è stata sempre una “strada del vino”, oggi si può considerare come l’arteria principale dalla quale andare alla scoperta di numerose “strade”. La patria transnazionale di eccellenti vini autoctoni, prodotti da viticoltori tradizionali e innovativi. Le uve della Valsugana si trasformano in vino di altissima qualità, come nel caso della Chardonnay, materia prima per lo spumante metodo classico, fiore all’occhiello della produzione enologica trentina. Originari della regione sono i vitigni Teroldego, Marzemino e Nosiola. La Valsugana è anche una via di grandi grappe mentre d’inverno è il Parampampoli, bevanda alcolica servita alla fiamma, a garantire piacere del palato e ristoro dal freddo.
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