Con la crescente diffusione delle bici a pedalata assistita, il dibattito tra e-bike e biciclette muscolari è diventato sempre più frequente. Da un lato c’è chi resta legato all’idea della bici “vera”, fatta solo di gambe e sudore; dall’altro chi accoglie con entusiasmo una tecnologia che rende il ciclismo accessibile anche a chi, per età o condizioni fisiche, ha bisogno di un supporto. Ma oggi, più che contrapporre i due mondi, è il momento di superare questa dicotomia e valutare i benefici reali che entrambe le soluzioni possono offrire.
Perché si sceglie una e-bike?
Un’indagine europea commissionata da Shimano fotografa bene la situazione attuale: l’Italia è il terzo mercato europeo per vendite di e-bike, un dato che evidenzia quanto il segmento stia crescendo. Secondo lo studio, i cinque principali motivi che spingono all’acquisto sono:
- Mantenersi in forma
- Ridurre l’impatto ambientale
- Risparmiare
- Rendere più semplice l’uso quotidiano della bici
- Evitare il traffico
Ma la e-bike è davvero attività fisica?
Molti detrattori considerano la pedalata assistita una forma di “pigrizia tecnologica”, ma la realtà è più complessa. Le e-bike richiedono comunque uno sforzo fisico: il motore elettrico assiste solo fino a 25 km/h, con una potenza massima di 250 watt, lasciando alla persona il controllo dello sforzo. Il vantaggio sta nella modulazione dell’intensità, utile in particolare in partenza o su tratti in salita.
Uno studio pubblicato nel International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity (2017) ha dimostrato che i benefici cardiovascolari di chi sostituisce l’auto con l’e-bike per il tragitto casa-lavoro sono equivalenti a quelli di chi usa la bici muscolare. Anche dal punto di vista energetico, secondo un’analisi su Medical Science Sports, il consumo calorico orario si avvicina molto: tra 6,4 e 8,2 kcal/min per la bici muscolare, contro 4,1-6,1 kcal/min per l’e-bike.
Peso e adattamento muscolare
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda il peso maggiore delle e-bike, che può superare di molto quello di una bici muscolare tradizionale. Questo richiede una risposta muscolare più intensa, portando il corpo ad adattarsi in modo più rapido a uno sforzo fisico costante, soprattutto su percorsi lunghi o irregolari.
Benefici cognitivi: non conta il mezzo, ma il movimento
Uno studio pubblicato da PLOS ONE nel 2019 ha monitorato 100 individui tra i 50 e gli 83 anni, divisi tra utilizzatori di bici muscolari, di e-bike e un gruppo di controllo sedentario. Dopo otto settimane di pedalate da 30 minuti, tre volte a settimana, i risultati sono stati chiari: tutti i ciclisti hanno mostrato un miglioramento delle funzioni cognitive, indipendentemente dal tipo di bici. Inoltre, chi usava la e-bike ha riportato un aumento del benessere percepito maggiore rispetto agli altri.
Più bici per tutti, meno contrapposizioni
In conclusione, la dicotomia tra bici muscolare ed e-bike non ha più molto senso, almeno se l’obiettivo è promuovere salute, mobilità sostenibile e benessere. L’e-bike non è “una scorciatoia”, ma uno strumento che democratizza l’attività fisica, rendendola accessibile anche a chi, altrimenti, rinuncerebbe a pedalare.
In un’epoca in cui la sedentarietà è uno dei principali problemi di salute pubblica, e l’abuso di farmaci è in costante crescita, incentivare l’uso della bicicletta – qualunque essa sia – può davvero fare la differenza. E in questo senso, la pedalata assistita è parte della soluzione, non del problema.
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