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Due aziende australiane unite per riciclare pneumatici e camere d’aria

4 settimane fa •  2 minuti di lettura
Revolve ReCYCLING e Tyrecycle raccoglieranno il materiale in negozi specializzati e in forma privata: in cento attività commerciali della sola Sidney si potrebbero evitare 50 tonnellate di rifiuti

I temi dell’ambiente e della sostenibilità sono strettamente legati alla bicicletta e alla passione per il ciclismo. Oltre a quella dei praticanti, cresce anche la sensibilità delle aziende e di pari passo, il numero di imprenditori che praticano il riciclo e le relative tecnologie.

Come in un team, anche su questo fronte l’unione fa la forza e ce lo ricorda l’Australia, con la collaborazione fra due aziende di settore. Revolve ReCYCLING e Tyrecycle raccoglieranno pneumatici e camere d’aria di biciclette presso i negozi specializzati e in forma privata direttamente dai ciclisti, per intervenire sul territorio in maniera capillare.

DALLE RUOTE DELLE BICI ALLA COSTRUZIONE DELLE STRADE

Revolve ReCYCLING e Tyrecycle portano nel progetto la loro esperienza nel settore riciclo, l’una di biciclette, l’altra di pneumatici. Secondo i loro rilevamenti, gomme di pneumatici e camere d’aria arrivano a costituire fino al 10 per cento dei rifiuti tipici di un negozio di ciclismo. Perciò, nella sola Sidney, i cento negozi di biciclette potrebbero generare fino a 50 tonnellate di rifiuti di gomma all’anno.

Si stima, inoltre, che potrebbero esserci fino a 14 milioni di pneumatici e camere d’aria sulle biciclette inutilizzate nei garage, nelle verande e nei capannoni australiani; potenzialmente, si parla di 10mila tonnellate di materiale da utilizzare ad esempio nelle apparecchiature per parchi giochi e nella costruzione di strade.

IL PROBLEMA DELLO SMALTIMENTO E LA PROPOSTA AUSTRALIANA

Secondo Suzanne Toumbourou, amministratore delegato dell’Australian Council of Recycling (ACOR) la partnership è un ottimo esempio di come l’industria ciclistica collabora al rispetto ambientale.


Il grande problema dello smaltimento è legato soprattutto alle biciclette di bassa qualità, il cui pericolo maggiore è rappresentato dai modelli elettrici e relativa batteria. “Trasformare in prodotti utili ciò che sembra destinato alla discarica – ha aggiunto Toumbourou – è un’attività che i governi dovrebbero sostenere; anche attraverso azioni di supporto come ad esempio la creazione di punti di raccolta per biciclette ed e-bike usate”.

PRECEDENTI VIRTUOSI: I CASI DI PYRUM/SCHWALBE E GOUACH

Sulla riduzione dell’impatto ambientale degli pneumatici si è concentrata, in modo diverso anche la tedesca Pyrum, azienda leader della tecnologia pirolitica, in partnership con Schwalbe. Obiettivo della cooperazione, sostenuta da Basf e Università di Colonia, è stato lo sviluppo di un sistema di riciclo di vecchi pneumatici, senza perdere nulla durante il processo.

La startup francese Gouach ha invece ricevuto e investito 3,3 milioni di euro nelle sue batterie riparabili dedicate alla micromobilità. Sono prodotte con singole celle tonde che possono essere rimosse e sostituite in caso di difetti, mantenendo intatto il resto.

Quali sono le forme di riciclo più curiose e originali in cui vi siete imbattuti? Raccontatecelo nei commenti!

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