Anello di Venosa: storia, vini e colline all’ombra del vulcano spento

2 anni fa •  2 minuti di lettura
Un itinerario medio-facile di 46,9 km con partenza e arrivo al castello aragonese Pirro del Balzo, nella città natale del poeta latino Orazio. Si pedala in Basilicata, tra terre generose di vino, olio e miele

La Basilicata “esiste” e i cicloturisti ormai lo sanno bene.

A portare sempre più viaggiatori a pedali sui saliscendi lucani è un ideale combinazione fra strade poco trafficate, enogastronomia di qualità e un’offerta paesaggistica quanto mai varia: dalle incantevoli vette delle Dolomiti Lucane al blu cristallino dei mari Tirreno e Jonio, dalle oasi naturali all’eredità archeologica, dal Cristo di Maratea ai Sassi di Matera.

Tra i ventuno percorsi disegnati per i cicloturisti, individuati da APT Basilicata e fruibili con la app per dispositivi mobili FreeToMove, il nord della regione ne vanta di sorprendenti, per natura e storia, all’ombra del vulcano spento del Vulture.

UNA PEDALATA TRANQUILLA TRA PAESAGGI DAI COLORI UNICI E PICCOLI CENTRI IN COLLINA

L’Anello di Venosa è un itinerario di 46,9 km con partenza e arrivo al Castello Pirro del Balzo, nella città natale del poeta Quinto Orazio Flacco.

Una tranquilla pedalata su strada, di medio-bassa difficoltà, particolarmente gradevole in primavera e in autunno, quando il paesaggio del Vulture assume colori unici.

Il basso chilometraggio rende l’Anello di Venosa abbastanza semplice, anche se non bisogna sottovalutare alcune salite in collina.

Si attraversano diversi paesi, da Rapolla a Ginestra, passando per Barile, Rionero in Vulture e Ripacandida. Il dislivello in salita è di 880 metri, quello negativo di 987 metri.

La scarsa presenza di traffico automobilistico, tranne in prossimità dei centri abitati più popolosi, consente di pedalare in tutta tranquillità, tra i vigneti e le cantine dell’Aglianico DOC, oliveti e frantoi, interessanti siti archeologici e centri storici medioevali.

IL CASTELLO ARAGONESE DI VENOSA E LA SALITA VERSO LE TERME E LE CANTINE DI RAPOLLA

Punto di partenza del tour è il castello “Pirro del Balzo” a Venosa, di epoca aragonese, costruito intorno al 1470.

Lasciato il maniero alle spalle, si pedala sulla SS168, in un saliscendi che ci suggerisce di tenere la mano pronta sui freni e di prestare attenzione al traffico automobilistico.

Dopo circa 8,5 km alla fine di una discesa, si svolta a sinistra verso la SP Piano del Cerro.

Dopo circa 8 km si giunge a Rapolla, nota per i suoi vini (Malvasia, Aglianico, Moscato) conservati nelle cavità di tufo del Parco urbano delle Cantine, il suo olio e il turismo termale.

Ripartendo dalla rotatoria, lasciamo alle proprie spalle la strada che giunge da Venosa, proseguiamo diritto sulla SS93 verso Barile, distante appena 6 km.

Volendo, subito dopo Rapolla, svoltando a destra si raggiunge dopo 5 km la federiciana Melfi.

MEMORIA ARBERESHE, VINI DOC, ACQUE MINERALI E I DUE LAGHI NEL VULCANO

Colonia albanese, Barile conserva l’uso della lingua arbëreshe e antiche tradizioni come la Via Crucis, fra descrizione biblica e figure originali.

Vale la pena farsi un giro sia nel centro storico, sia in quell’unicum di 131 grotte e cantine scavate nel tufo vulcanico, nel remoto quartiere “Sheshi”.

La tappa successiva, al culmine di 10 km di ascesa quasi costante è Rionero in Vulture: una cittadina medaglia d’argento al merito civile, apprezzata sia per i vini DOC sia per le acque minerali.

A pochi km dalla patria di Giustino Fortunato si possono raggiungere i Laghi di Monticchio, situati alla falda sudoccidentale del Monte Vulture, nel cratere dell’antico vulcano.

Dopo aver lasciato Rionero si prende una discesa che dopo 8 km porta a Ripacandida, che oltre a vantare una notevole produzione vinicola e olearia, dal 2003 è anche città del miele.

Si attraversa Ginestra, altra colonia arbëreshe, e si percorrono gli ultimi 2,5 km in salita, prima della planata su Venosa.

Avete mai provato i percorsi – e le delizie – della Basilicata?

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