Mulini ad acqua e laghetti artificiali, vini e zafferano, strade bianche e verdi campi. Poco più di 40 km che riconciliano con il mondo, quelli fra Cingoli e la frazione di Moscosi, nella prima parte dell’itinerario Strade di Marca fra Cingoli, Apiro, Treia e Appignano.
Bellezze paesaggistiche e luoghi rimasti quasi sospesi nel tempo sono, del resto, il biglietto da visita di questo percorso circolare di 112,7 km, secondo classificato agli Oscar del Cicloturismo 2022, grazie a una rete di servizi, infrastrutture digitali e attività di comunicazione e promozione.
Andiamo a scoprire la prima parte, che è meglio percorrere a ritmo lento, per godere di paesaggi incantevoli, gioiellini architettonici e sapori del territorio.
IL BORGO DI CINGOLI, LA CRESCIA SUL LAGO E LA SALITA VERSO APIRO
La pedalata parte da Cingoli, borgo inserito fra i più belli d’Italia e chiamato “Balcone delle Marche” per la magnifica veduta sulle colline che digradano verso l’Adriatico. Immersa in una delle zone floristicamente più belle, ricche e rare del paesaggio mediterraneo, l’intera Cingoli è un museo a cielo aperto che ospita, fra le altre meraviglie, “La Madonna del rosario” di Lorenzo Lotto.
I primi 7,2 km sono tutti in discesa, da quota 627 a 242 metri slm: si esce dal centro abitato lungo via Balcone delle Marche e si segue la SP 502. Una deviazione con una strada bianca di media montagna ci porta verso un’eccellenza del territorio, un mulino ad acqua del 1500 ancora funzionante dove si producono farine di alto pregio.
Quattro chilometri ci separano dal Lago di Cingoli, più grande bacino artificiale della regione (11,1 km), che costeggiamo per circa mille metri, valutando intanto l’idea di fare una sosta nel Parco avventura o visitare il Museo Internazionale del Sidecar.
Se serve una sosta gustosa e tipica, i locali sulle rive del lago servono la crescia, “cugina” marchigiana della piadina. Ci tornerà utile, visto che gli ultimi 2,6 km verso il suggestivo borgo di Apiro, incastonato tra il lago di Cingoli ed il Monte San Vicino, hanno una pendenza media del 5,8 per cento.
FRA APIRO E MOSCOSI, TRA VERDICCHIO, ZAFFERANO E L’ABBAZIA DI SANT’URBANO
Prima di lasciare Apiro, potrebbe essere opportuno ricordarsi di degustare il Verdicchio dei castelli di Jesi in cantina, così come scoprire la locale produzione di zafferano. Con un occhio ai bei panorami che regala il tracciato fra il lago artificiale di Cingoli ed il Monte San Vicino, inconfondibile punto di riferimento dell’Appennino Centrale, si scende per circa otto chilometri fino all’Abbazia di Sant’Urbano (km 22,9), pregevole esempio di architettura romanica e punto informativo bike friendly.
Si continua a pedalare, in discesa, su strada bianca per poi risalire verso Poggio San Vicino, Frontale e tornare sul turchese Lago di Cingoli. Qui si può prendere una deviazione, sempre su strada bianca, che porta verso la frazione Moscosi, una delle località più incantevoli della zona, un rincorrersi di campi perfettamente coltivati, boschi, piccoli centri e aziende agricole. A voi la scoperta.
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