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Le spiagge del Sinis e i piatti di pesce della Sardegna Occidentale 

2 minuti di lettura
La bellezza delle coste della Sardegna può essere conosciuta anche in bici, soprattutto fuori stagione e nelle zone meno battute dell'isola.

È il caso della Penisola del Sinis e della vicina Oristano. Ci siamo fatti raccontare da Alessandro Fodde di Sardabike Mtb, guida cicloturistica certificata FCI, le peculiarità della zona. 

“Le escursioni che proponiamo – spiega – le cuciamo su misura sulle capacità dei clienti che giungono qui. Anche perché quasi sempre sono in gruppo (famiglia o amici) e se c’è un componente meno allenato bisogna calibrare il tour su di lui. Ricordo che in Sardegna si può pedalare tutto l’anno, ma la stagione cicloturistica vera e propria va da aprile a settembre, con l’esclusione del mese di agosto per il troppo caldo”.

Ad Oristano c’è un punto DINAclub: il Centro Commerciale Porta Nuova che, oltre a fungere da polo di attrazione per la provincia e a disporre di aree relax, ha al suo interno le colonnine per la ricarica delle e-bike. Facciamoci dunque raccontare da Alessandro un tour che parta proprio dal capoluogo: “Si tratta di un percorso di una cinquantina di chilometri, adatto alle mountain bike dato che al 95% si pedala su strade sterrate. Dopo aver attraversato le zone collinari nella natura incontaminata si raggiungono le spiagge più rinomate del Sinis, da Is Arutas a Maimoni”. Proprio in quest’ultimo lido, tra profumo di rosmarino, elicriso, cisto e malvarosa, si giunge al Maimoni Cafè, un altro punto di ricarica DINAclub, avvolto dalla brezza marina e collegato alla spiaggia da una passerella in legno.

Ma riprendiamo il discorso della nostra guida: “Dopo il litorale di Seu si entra nell’omonima oasi faunistica dove spesso si possono anche ammirare alcuni animali. Poi si prosegue sempre sulla costa incontrando la località di San Giovanni di Sinis, dove c’è un’altra bellissima spiaggia. Se poi le persone sono allenate si prosegue in bici fino all’estremità del Capo di San Marco dove c’è la Torre Spagnola che fu costruita su un nuraghe e poi su una torretta punica. Qui i turisti fanno la classica foto dell’istmo, la sottile linea di terra che divide il mare aperto dal Golfo di Oristano. Il rientro in città per chiudere l’anello poi si fa passando per l’abitato di Cabras”. Chiediamo ad Alessandro se queste bellezze si possono conquistare anche con la gravel. “Con le bici gravel – spiega – si può anche percorrere, ma in alcuni tratti è necessario spingere perché con la sabbia le ruote sottili non vanno d’accordo. Diciamo che non è una passeggiata vera e propria ma ci vuole un po’ di tecnica in più.

Finora abbiamo parlato di pedalate, per altro in splendidi posti. Ma cosa si mangia? “Ovviamente pesce – risponde subito – Nei ristoranti di Cabras, ad esempio, si può mangiare del pesce freschissimo pescato la mattina. Un piatto tipico? Direi lo spaghetto con la bottarga che per noi è una sorta di caviale, un condimento pregiato. Sempre a Cabras c’è lo stagno più grande d’Europa, dove si pesca il muggine, un pesce alla base di diverse pietanze”.

Questi sono solo alcuni spunti, tecnici e culinari, per godervi al meglio la vostra esperienza in bici in una delle tante, splendide zone della Sardegna. 

Foto di Sardabike MTB

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