Torrenti accompagnati da pareti a strapiombo, borghi montani che lasciano a bocca aperta con le loro case in pietra e la loro architettura montana, castelli, mele antiche e cipolle. Sono diversi gli “attrattori”, per dirla in gergo, sull’Anello dei borghi montani, itinerario di 31,8 chilometri con partenza e arrivo a Maniago, dislivello di 388 metri e quota massima di 454 metri slm.
MANIAGO E I SUOI COLTELLI, I BORGHI DI POFFABRO E FRISANGO, MEDUNO (KM 15)
Partendo da Maniago, rinomata per le sue prestigiose fabbriche di coltelli e sede del Distretto delle coltellerie; una tradizione che risale al XV secolo quando lungo la roggia vennero costruiti diversi “battiferri”, dove si cominciarono a produrre strumenti agricoli ma anche spade e armi d’asta per la Repubblica di Venezia.
Ci si inoltra nella forra del torrente Colvera, attraversando la vecchia strada chiusa al traffico fra pareti a strapiombo sullo scrosciante torrente, per poi dirigersi verso gli incantevoli borghi di Poffabro e Frisanco, due perle di architettura e urbanistica montana; li si raggiunge svoltando, rispettivamente, a sinistra e a destra, una volta saliti fino ai 453 di Crociera di San Lofirano.
Successivamente si scende al piccolo borgo rurale di Navarons (km 10,7) e si prosegue per Meduno (km 15), attraversando il fiume Meduna (km 11,9) e immettendosi dopo 500 metri di salita sulla SR552.
I MASI E I CASTELLI DI TOPPO, IL BORGO DELLE MELE E IL RIENTRO A MANIAGO (km 31,8)
Superato Meduno, pedalando sulla Ciclovia Pedemontana (FVG 3) arriviamo a Toppo, frazione di Travesio, con i suoi nuclei di case in pietra, con graziose corti ci riportano indietro nei secoli; è formato da due nuclei, Masi di Toppo a oriente con la chiesa parrocchiale di San Lorenzo e la Borgata di Pino o dei Martins a occidente, ai piedi del castello, che ospita il signorile Palazzo Toppo-Wasserman.
Con una breve passeggiata nel bosco, si raggiungono i poderosi ruderi del castello trecentesco, eretto fra il XII e il XIV secolo, non lontano dal quale troviamo anche la cappella di Sant’Antonio Abate.
Rientriamo a Maniago lungo la ciclovia passando per Cavasso Nuovo, paese della cipolla rossa, e Fanna, borgo delle mele antiche, riscoperte, accudite e diffuse anche in una “mostra” ad hoc.
IL “FORMAI DEL CIT”, LA CIPOLLA DI CAVASSO E DELLA VAL COSA, IL PIATTO CONSIGLIATO
Cicloturismo vuol dire anche ritemprarsi dopo una ricca pedalata scoprendo i profumi e i sapori della cucina locale; imperdibili, nella pedemontana pordenonese, sono il “formai del cit” e la cipolla di Cavasso e della val di Cosa.
Il formai del cit è un formaggio vaccino spalmabile, tradizionalmente conservato in vasi di pietra detti “cit”, dal profumo intenso e gusto leggermente piccante, mentre la cipolla di Cavasso e della Val Cosa cattura l’attenzione già alla vista, per via della sua tipica tunica rossa con riflessi dorati o rosati ed è particolarmente apprezzata anche cruda.
A questo particolare prodotto è legato anche il piatto consigliato da Promo Turismo FVG è l’Orzotto con cipolla di Cavasso e della Val Cosa e Pitina.
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