Borghi colorati da farfalle, eredità romana e celtica, musei degli affreschi, delle acque, del terremoto. Pedalare da Venzone a Udine, lungo l’ottavo segmento della Ciclovia Alpe Adria Radweg, significa rivivere l’anima profonda di questi luoghi e i segni tangibili e intangibili che gli eventi naturali e l’azione dell’uomo hanno lasciato su di essi. Sono 55 i chilometri da percorrere, un tracciato di difficoltà medio-bassa che si copre in poco più di quattro ore, con 541 metri di dislivello in salita e 662 di dislivello favorevole. Un tracciato adatto a tutte le gambe e a chi non va di fretta: lungo la via c’è più di un motivo per rallentare o fermarsi.
Forti, orchidee e ruscelli: tra Venzone e Buja si pedala fra le meraviglie
Il segmento numero otto della Ciclovia dell’Alpe Adria parte dal centro storico di Venzone, borgo dal fascino medievale famoso per il Museo Tiere Motus (memoriale del sisma del 1976) e per le mummie dell’ex cappella di San Michele, di fronte al duomo. Prima di attraversare il Tagliamento verso la sponda ovest e arrivare alla frazione di Pioverno, affrontiamo un breve tratto in sterrato, poi pedaliamo su saliscendi dolci fino a Bordano (km 6), il paese delle farfalle – oltre 400 specie – e dei murales che le ritraggono.
Non lontano si trova il lago di Cavazzo, il più grande invaso naturale del Friuli. Un breve e affrontabile strappetto ci dà il benvenuto a Braulins. Superato il ponte che riporta sulla sponda ovest del Tagliamento, sulla SR512, si torna ad affrontare un tratto di sterrato di circa due chilometri e mezzo, tutto in discesa, che dopo il passaggio al di sotto dell’Autostrada Alpe-Adria, ci accompagna fino all’altezza del Parco del Rivellino, a Osoppo.
Sulla destra ci sono il Colle di Napoleone, dove sono visibili fossili di mammiferi vissuti 10 milioni di anni fa, e il Forte di Osoppo, monumento nazionale dal 1923, di cui è possibile ancora oggi ammirare gallerie, fossati, trinceramenti e casematte e da cui si gode di vedute mozzafiato sulla piana del Tagliamento. Appena fuori dal centro storico di Osoppo la ciclovia percorre l’area di tutela chiamata “Sorgive di Bars” caratterizzata da ruscelli poco profondi circondati da ombrosi boschetti di salice e ontano, dove fra aprile e giugno è possibile ammirare 30 specie diverse di orchidee spontanee.
Da Buja a Udine, fra salitelle, castelli e un… orco “dispettoso”
Sempre a Buja, merita una deviazione il borgo Santo Stefano con il duomo neogotico, mentre lungo il percorso troviamo i borghi di Avilla e Ursinins Grande, a metà della nostra tappa (km 28). Il tracciato della Ciclovia Alpe Adria, in questa sua ottava tappa, sale un po’ nel centro di Vendoglio, frazione di Treppo Grande, e poi in vista di Borgo Tami (da 156 a 199 metri in circa un chilometro), fino a 214 metri slm dopo Felettano.
Brevi sforzi che non ci fanno dimenticare la presenza, nei dintorni, del Castello di Colloredo di Monte Albano, edificato nel XIV secolo per volere di Guglielmo del ramo svevo dei Waldsee e dimora dello scrittore Ippolito Nievo; il borgo di Treppo Grande; Cassacco con il suo castello, compagno di “sventura” di quello di Tricesimo, nella leggenda dell’orco che faceva scherzi ai contadini.
Gli ultimi 15 km verso Udine sono praticamente tutti in discesa e pianura. Si procede su strada sterrata tra il km 43 e il km 50, ovvero fra Tavagnacco, centro popolato già in epoca romana, e il Parco botanico friulano Cormor di Udine ricco, peraltro di percorsi ciclabili e pedonali.
Zucche, asparagi e salumi DOP: il ristoro del ciclista “parla friulano”
Se l’itinerario da Tarvisio a Venzone è un intenso incontro fra le tradizioni gastronomiche friulana, slovena e austriaca, le aree del Gemonese, della UTI Collinare e del Friuli centrale rappresentano il cuore dell’identità friulana. Anche a tavola.
La tradizione gastronomica locale può contare su una varietà di coltivazioni specifiche che vanno dalle zucche alla lavanda di Venzone ai piccoli frutti (mirtilli, lamponi) di Trasaghis, dal miele di Peonis alle mele di Gemona – sfiorata dalla ciclovia – dove spiccano anche formaggi di malga e distillati, fino all’asparago bianco di Tavagnacco. Una zona che conoscono bene i cicloturisti e i ciclofili che non sanno rinunciare ai salumi, prosciutto crudo in particolare, e apprezzano la brovada, ottenuta dalla trasformazione dell’ecotipo locale di rapa bianca dal colletto viola. Prelibatezze che i friulani celebrano con sagre dedicate.
La proposta enogastronomica è solida e radicata nel territorio, dagli gnocchi a base di zucca al salame fritto, dal riso e fasoi alla jota, dal cavolo con i ciccioli o al vino, senza dimenticare specialità ittiche a base di trota o di gamberi di fiume. Per gli amanti dei vini, la provincia di Udine è terra di noti vitigni autoctoni come Tocai Friulano e Ribolla gialla, affiancati da varietà internazionali come Chardonnay e Sauvignon Blanc. L’importante è la moderazione, soprattutto se c’è ancora da pedalare!
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