In Italia, possedere una e-bike non è più un’eccezione. Questo trend è confermato dalla crescente domanda di biciclette elettriche e dalla proliferazione di servizi e infrastrutture dedicate. Il mercato ha registrato un’impennata significativa, dopo la pandemia poi si sono assestati su cifre comunque positive. Di biciclette elettriche ne esistono diverse e si legano ai tanti aspetti della giornata. Un passo in avanti importante lo ha fatto la mobilità sostenibile. Le città e le persone stanno cercando di mettere al centro della propria quotidianità un modo di muoversi differente. Alcuni mossi dalla voglia di cambiare abitudini e stile di vita, così da ridurre il loro impatto sull’ambiente. Altri, invece, incuriositi da un modo diverso di viaggiare ed esplorare, lontani dal traffico cittadino. Anche l’economia di questo settore è cambiata, i dati parlano di una crescita del mercato pari al 44% nel 2020 in Europa. Il mercato si è poi assestato nell’anno successivo per poi tornare a crescere più lentamente nell’ultimo periodo.
Turismo
L’avvento e la grande crescita tecnica che le e-bike hanno avuto nel corso degli anni hanno permesso di sviluppare un turismo nuovo. L’aumento della domanda ha permesso a tante realtà di nascere e di svilupparsi: noleggi, tour operator, guide turistiche, ecc. Tutti soggetti che promuovono un modo di viaggiare lento, alternativo. Le grandi protagoniste di questo cambiamento sono appunto le e-bike, le quali muovono un mercato parallelo importante. Repower dal 2010 a oggi si muove e cresce in questa direzione, collaborando con i soggetti legati a questo settore al fine di sviluppare il massimo potenziale. I dati parlano chiaro: dal 4° Rapporto ISNART, presentato al Forum del Cicloturismo, emerge che sono 56,8 milioni le presenze sul territorio. Con un impatto economico di oltre 5,5 miliardi di euro nel 2023, segnando un incremento del 35% rispetto al 2022.
Le ciclovie
La crescita economica ha portato così ad aumentare gli investimenti nelle infrastrutture, recuperando aree dismesse o creandone di nuove. Quest’ultima parte è molto interessante, infatti nel nostro Paese esistono oltre 5.000 chilometri di ferrovie dismesse. Grazie all’apporto e al lavoro di enti come FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), iniziato nel 2010, sono stati recuperati più di 1.000 chilometri. Tutti riconvertiti in ciclovie. Anche in questo caso il riscontro economico non è da trascurare: per ogni euro investito per costruire una ciclovia il ritorno al territorio è di 3,5 euro. Continuando a citare le stime FIAB, una rete di ciclovie diffuse e ben organizzate riuscirebbe a far entrare nelle casse dello Stato 2 miliardi di euro all’anno.
Bike Economy
Tutti questi sviluppi rientrano nella più ampia bike economy, una filiera dinamica che spazia dalla produzione di biciclette e attrezzature alla distribuzione e ai servizi correlati. Nel 2021, questo settore contava 2.900 imprese, con una forte concentrazione di rivenditori all’ingrosso e al dettaglio, generando un fatturato di 9 miliardi di euro e impiegando circa 17.000 persone (fonte: Banca Ifis 2021).
La crescita delle e-bike e delle ciclovie non rappresenta solo un’evoluzione nel modo di spostarsi, ma una trasformazione culturale ed economica. La bicicletta, simbolo di un viaggio lento e sostenibile, sta trasformando rapidamente il panorama della mobilità italiana, portando benefici tangibili per l’ambiente, l’economia e la qualità della vita.
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