Un viaggio di cui avevamo già parlato, e che ci porterà, al suo fianco, a scoprire alcune strutture nostre partner. Per chi volesse recuperare l’itinerario di Pietro può farlo qui.
Pietro lo troviamo intento a montare i video relativi al viaggio, che a breve pubblicherà sui suoi social. «Ho fatto il pieno di bellezza – dice – ed è vero che dal nulla in certi momenti venivano fuori, provvidenziali come sempre, le rastrelliere DINAclub. In ogni posto con un aggancio diverso, ma sempre strizzando l’occhio al cicloturista. Del resto, la prima parte del viaggio magari non è stata delle più impegnative, ma quando mi sono avventurato sulle salite del Roero, tra colline e vigneti, poter ricaricare la batteria è diventato provvidenziale».
Prima tappa al B&B. L’approdo e la prima notte a Lignera Soprana, nell’Alta Langa, presso il Giardino di San Martino. Un bed&breakfast che merita un racconto per la sua storia e il livello dell’accoglienza.
«È molto bello – racconta Pietro Franzese – lo gestisce una coppia giovane che tre anni fa ha deciso di ristrutturare la casa dei nonni e hanno creato un luogo molto bello e molto autentico. Il paese è al confine con la Liguria, anzi è l’ultimo paese del Piemonte prima di cambiare regione. E’ un classico borgo italiano, con il castello e la chiesa. E lì un giorno sono arrivati Chiara ed Edoardo e hanno ricominciato a coltivare a chilometro zero e a mettere in tavola quello che producono. In cucina c’è lei, mentre lui si occupa dell’orto e confermo che i prodotti sono buoni genuini. Sarà anche perché sono giovani, ma respiri proprio la voglia di proporre un turismo sano, in cui si possa vivere al ritmo di una volta con tutta la modernità necessaria. Hanno anche un locale per tenere le bici proprio davanti alla rastrelliera DINAclub di Repower, che è stata particolarmente apprezzata dagli ospiti. Il B&B Giardino di San Martino si trova su una rotta cicloturistica e avere la possibilità di ricaricare le bici diventa un valore aggiunto. Questo è sicuro».
I formaggi dei Tesori della Terra
Il giorno dopo colazione e via di ritorno verso Cuneo. In questo viaggiare sostenibile e intermodale, la tratta di Pietro Franzese è passata veloce grazie all’uso del treno. Poi dalla stazione del capoluogo, una strada non troppo impegnativa l’ha portato ai Tesori della Terra, struttura DINAclub in cui si producono latticini e si svolgono decine di altre attività tutte da scoprire.
«È una cooperativa onlus – spiega Pietro Franzese – che ospita anche persone con disabilità e le inserisce nel mondo del lavoro. È anche una casa famiglia e realizzano prodotti caseari solo ed esclusivamente con il latte delle loro mucche, che poi si trovano nei supermercati, come ad esempio la Coop. Oltre a questo, fanno anche la classica fattoria didattica con gli animali e tutto questo insieme ne fa una realtà molto interessante. La rastrelliera DINAclub è posta in un punto molto visibile e di passaggio. Immagino che andando alla fattoria didattica con dei bambini oppure a comprare i prodotti del caseificio, lasciare fuori la bici in carica possa essere un ottimo supporto. E’ bene non prenderli sottogamba. Mi hanno spiegato che questi prodotti hanno anche vinto dei premi per la loro altissima qualità.».
Una visita al Filatoio Rosso
La terza sosta nel tour di Pietro Franzese in questo spicchio di Piemonte unito da un filo rosso Repower si è svolta presso l’Antico Filatoio Rosso, un assaggio di passato al servizio del presente. La traccia di una grandezza industriale che rese lo stabilimento di Caraglio leader nel mondo della produzione della seta.
«È un antico filatoio – spiega Pietro Franzese – molto bello. Vi si è fabbricata per diversi secoli la seta più rinomata di tutta Europa. Un impianto alimentato d’acqua, che ha realizzato la sua produzione finché non è arrivata l’epoca industriale con le macchine a vapore. Hanno provato ad adeguarsi, ma hanno chiuso intorno circa al 1930, dopo una produzione iniziata nel 1700. Adesso all’interno c’è un museo dove viene raccontata la storia del filatoio ed è anche un po’ la porta della Valgrana, che inizia proprio da Caraglio e proprio per questo il Filatoio Rosso ospita anche un Ufficio del Turismo. Il museo l’ho visitato ed è pazzesco e se posso dare un consiglio, visto che la visita dura circa un’ora, prima di entrare mettete in carica la bici nella rastrelliera DINAclub. Dentro ci sono poi anche le E-LOUNGE, panchine smart di Repower che grazie alle loro prese elettriche, all’hotspot Wi-Fi e al sistema di illuminazione integrato diventano un punto di sosta per chiunque voglia tirare il fiato.»
«Ma tornando alla visita, dentro è bello perché hanno riprodotto fedelmente i macchinari che erano di legno e ingranaggi. Ti spiegano come nasceva la seta e ho scoperto che ci lavoravano solo donne e bambini, mentre gli uomini facevano altri lavori. I macchinari sono grossi, giganteschi, sembrano alti come una casa. E sono anche funzionanti, volendo potrebbero accenderli, perché li hanno riprodotti alla perfezione».
Vino e degustazione per pranzo
Il primo giorno se ne è andato così, con un sottile mal di gambe, il caldo addosso e dislivelli tutto sommato abbordabili. La notte a Cuneo pianificando nei dettagli gli spostamenti dell’indomani e poi è venuto il tempo di rivedere alcuni dei video girati e andare a letto.
«Il giorno dopo – racconta Pietro Franzese – destinazione Alba, presso l’Enoteca Noi Vignaioli Piemontesi. Non è un semplice negozio di bottiglie, perché di fatto raccoglie altri produttori. È come un hub dei vini della zona, mettiamola così, con 1800 etichette diverse e tutte dei dintorni. Però col senno di poi – sorride – invertirei il programma e ci passerei di sera. Hanno una scelta clamorosa di vini e anche la cucina in cui fanno prodotti tipici molto buoni. Per cui ci siamo fermati, le bici davanti alla rastrelliera DINAclub, e noi a tavola. Si mangia bene e si beve anche, ovviamente. Poi ripartire in bici non è stato proprio agevole, soprattutto se devi fare le salite. Meglio all’imbrunire col fresco, per fare l’aperitivo, e poi tutti a casa».
Una bici al golf club
L’ultima tappa in questo viaggio nel segno del DINAclub in provincia di Cuneo ha portato Franzese davanti ad al cancello dell’ultima struttura. Prima c’è voluta qualche salita sulle colline dei filari, perfette da mandare giù con una bici a pedalata assistita. Anche perché se il livello della batteria dovesse andare giù, ecco il nostro punto di ricarica DINAclub presso l’Agriturismo la Margherita a Carmagnola, con annesso il suo Golf Club.
«Prima di arrivare mi sono chiesto che cosa c’entri un golf club in un giro cicloturistico – spiega Pietro Franzese – però mi è bastato parlare con il proprietario per capire che non è il posto elitario e selettivo che mi aspettavo, anzi, è una meta aperta anche alle famiglie e ai ciclisti, appunto. Loro nel DINAclub ci sono entrati da poco e ne vanno molto orgogliosi. Chiunque voglia, quindi non solo i giocatori di golf, va lì e ne approfitta. È un posto molto bello e lo stesso proprietario ci ha fatto capire di volerlo rendere il più popolare possibile. Il fatto stesso che abbia messo la colonnina per le bici vuol dire che l’intenzione di essere accessibili è concreta. Davvero una bella scoperta. L’ideale per fermarsi, cenare e poi andare a riposare, sapendo che intanto la bici è al sicuro e in carica sulla nostra rastrelliera DINAclub. Perché alla fine è come far parte della stessa famiglia, no?».
Il viaggio di Pietro Franzese in bicicletta tra Cuneo e il Roero è un perfetto esempio di turismo sostenibile e di scoperta delle eccellenze locali. Questo itinerario, reso possibile e arricchito dalla rete DINAclub, dimostra l’importanza di pensare in termini di destinazione turistica: la vicinanza di strutture diverse facilita l’organizzazione di itinerari accessibili e interessanti per i viaggiatori.
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