Chi sono i fedelissimi della bicicletta, quali sono i loro bisogni vecchi e nuovi, come mappare i flussi turistici e cicloturistici. Sono tre delle questioni affrontate da Repower nel rapporto “Italia in bici: scenari, protagonisti e indotto“, nel capitolo dedicato appunti agli “amanti delle due ruote”.
Un club che si è allargato a dismisura grazie al boom dell’elettrico. Il mercato delle e-bike ha infatti registrato un +44% rispetto al 2019, sospinto anche dal bonus Mobilità. Un club di ciclofili che, rispetto al passato, ha più necessità di “apprendere”, così come i cittadini devono imparare e convivere con questa nuova forma di mobilità.
MENO FATICA E GAP RIDOTTI: GLI EFFETTI DELLE BICI ELETTRICHE SUL CICLOTURISMO
Secondo un report di Shimano, quasi un italiano su tre sarebbe interessato all’acquisto di una bicicletta elettrica. E sono sempre di più gli appassionati che, pur essendo poco preparati atleticamente, hanno visto diventare “realizzabile” il desiderio di visitare aree altrimenti off-limits.
A beneficiarne sarà anche il cicloturismo. Chi, in passato, aveva remore ad affrontare un itinerario completo temendo l’eccessiva fatica o il gap di performance rispetto al resto della compagnia, con le bici elettriche si sente più sicuro potendo modulare la velocità e l’apporto del motore.
E-BIKE E SICUREZZA: IL RAPPORTO DI REPOWER SU MOBILITÀ SOSTENIBILE E VEICOLI ELETTRICI
Con la platea che si allarga, spesso ad autentici neofiti, diventa fondamentale affrontare il tema della sicurezza. Complici le maggiori velocità raggiunte dalle e-bike e il minor grado di esperienza di chi pedala, il numero degli incidenti è cresciuto del 15 per cento rispetto al 2018, come riportato dal VI Rapporto di Repower“La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici”.
Le e-bike sono distinte in due categorie. Pedelec, la più diffusa, include le “due ruote” che possono raggiungere i 25 km/h. Le s-Pedelec possono invece spingersi fino a 45 km/h: in Italia queste ultime sono normate e targate come motocicli.
VIVERE LA RIVOLUZIONE: LE INFRASTRUTTURE E L’EDUCAZIONE STRADALE
Se la pedalata assistita permette a una platea più ampia di raggiungere la cima di una montagna, il rovescio della medaglia è l’aumento dei rischi in discesa, legati all’appiattimento della curva di apprendimento dei ciclisti. La rivoluzione della mobilità ha perciò bisogno di azioni mirate e comportamenti responsabili, da parte di tutti.
Perciò, si legge nel rapporto “Italia in bici” di Repower, se da un lato le istituzioni avranno il compito di adeguare le infrastrutture (segnalando opportunamente eventuali limiti) e promuovere campagne di educazione stradale, dall’altro i cittadini dovranno adattare la propria mentalità per convivere con questa nuova forma di mobilità.
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