Una proposta avanzata dall’industria tedesca è attualmente al vaglio della Commissione Europea a Bruxelles. L’obiettivo è rivedere gli attuali limiti per le biciclette a pedalata assistita, oggi fissati a 250 watt di potenza e 25 chilometri orari di velocità massima, allineandosi a quanto già accade negli Stati Uniti e in altre aree del mondo.
Potrebbe trattarsi di una vera rivoluzione per il settore delle e-bike. La Commissione sta infatti valutando la possibilità di aggiornare le normative, mentre in Italia continuano i sequestri di biciclette irregolari o modificate per superare i limiti consentiti.
A guidare questa richiesta è la Zweirad Industrie Verband, la principale associazione commerciale tedesca legata alla mobilità su due ruote. L’organizzazione ritiene le regole europee ormai superate e non più in linea con gli standard internazionali, soprattutto se si considera che nei mercati americano e asiatico sono consentite potenze e velocità nettamente superiori.
Attualmente le norme UE prevedono un limite di 250 watt di potenza nominale, con picchi fino a 600 watt, e una velocità massima assistita di 25 chilometri orari. La proposta introdotta dalla Germania punta a innalzare la potenza fino a 750 watt, triplicando di fatto le prestazioni dei motori.
Sul fronte politico, l’idea di intervenire sulla potenza incontra una certa apertura, mentre c’è molta più cautela sul possibile aumento della velocità massima, considerato dalle aziende il vero nodo da sciogliere. La questione è strettamente legata agli usi sempre più diffusi delle e-bike, come ad esempio le consegne a domicilio, un settore in cui rapidità ed efficienza sono diventate cruciali. Non mancano infatti casi in cui mezzi aziendali vengono modificati per aggirare i limiti attuali, oppure vengono acquistati modelli non conformi, spesso provenienti dal mercato asiatico.
Queste pratiche stanno penalizzando i produttori europei, che per questo motivo chiedono una revisione delle regole. A opporsi sono invece le associazioni ambientaliste e i gruppi che promuovono una mobilità più sicura, secondo cui un aumento dei limiti renderebbe le e-bike troppo simili ai motorini, pur senza l’obbligo di targa e assicurazione previsto per questi ultimi.
Va inoltre considerato che un innalzamento della potenza richiederebbe l’adeguamento di componenti fondamentali come freni e pneumatici, trasformando l’intero comparto e delineando una vera e propria svolta tecnica.
È ancora presto per capire se queste richieste troveranno spazio nel processo legislativo europeo. Resta però un dato importante: l’industria tedesca è una delle più influenti del settore, con oltre due milioni di biciclette vendute ogni anno, e la sua voce avrà inevitabilmente un peso nelle decisioni future.


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