Se chiedete a un biker di descrivere il suo paradiso, vi parlerà di panorami mozzafiato, che si aprono lungo percorsi in asfalto o sterrato, con single track spettacolari, sentieri scorrevoli o tecnici, adatti a ogni tipo di ciclista.
Un concetto cui si avvicina la Valle Seriana, fra le Orobie bergamasche e il parco dei colli di Bergamo, solcata sia da piacevoli e rilassanti piste ciclabili, sia percorsi all mountain di diverse ore per MTB ed e-bike di tutti i generi.
Non solo percorsi lunghi. Fra le chicche di quest’area ‘pista ciclabile particolare, diversa dalle solite, breve ed immersa nei boschi: la Ciclabile del Chitò o “della Valle Imagna“.
COME RAGGIUNGERE LA CICLABILE DEL CHITÒ
La Ciclabile del Chitò o Ciclabile della Valle Imagna è un percorso di 3,7 chilometri su sede propria, dalle caratteristiche uniche, realizzato sulla sede di una vecchia condotta che portava acqua fino a Clanezzo (Bergamo) per produrre energia idroelettrica e che è stata ricoperta di terra per l’occasione.
A Clanezzo si arriva uscendo a Dalmine, sulla A4, e seguendo le indicazioni per la Valle Brembana, poi alla rotonda di Almè proseguendo a sinistra per Almenno San Bartolomeo e Valle Imagna. Superato Almenno, si abbandona la strada per la valle Imagna e si seguono le indicazioni a destra che ci conducono a Clanezzo.
Oltrepassato il ponte a senso unico alternato, si sale a sinistra e successivamente ancora a sinistra, per parcheggiare l’auto, poi per raggiungere la partenza della pista, a Clanezzo, si percorre la via Belvedere in salita per 200 metri, superando un paio di tornanti.
FRA LA CENTRALE ABBANDONATA, IL BOSCO E LE PARETI DI ROCCIA
Dopo una breve discesa di ghiaia, ci troviamo subito sopra la sede della condotta; a sinistra, dopo 30 metri, si notano i resti del sistema idrico della centrale abbandonata. La ciclabile corre a mezza costa nel bosco, risalendo la valle, con tratti a ridosso delle rocce scavate durante la realizzazione della condotta e risistemate per la ciclabile.
Il percorso procede in alcuni punti su griglie metalliche, sovrastanti il canale originario, e in generale mantiene sempre una larghezza adeguata per pedalare in compagnia di amici o familiari, magari godendosi anche un pic-nic in uno dei punti di sosta attrezzati.
PONTI IN PIETRA E PARAPETTI METALLICI, FRA RICORDI DI FREE CLIMBING E SICUREZZA
A due chilometri dalla partenza arriviamo all’alto ponte-canale in pietra del Chitò, particolarmente noto a chi negli anni Ottanta e Novanta faceva free climbing sui piloni; la ciclabile corre sopra la condotta su grigliato e parapetto metallico, una scelta esteticamente approssimativa ma esemplare sotto il profilo della sicurezza.
Prima di arrivare nel comune di Capizzone, si passa dall’altra parte della valle pedalando su un alto ponte di pietra nel comune di Strozza, poi si pedala per poco meno di un chilometro fino al termine della ciclabile, in località Medega.
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