Affacciata sul fiume Mera, in tempi antichi il comune lombardo di Chiavenna fu un importante punto di scambio fra l’Italia e il resto d’Europa. La bellezza degli edifici che ne caratterizzano il centro storico è testimonianza concreta della ricchezza di questo luogo, che vanta antichi edifici in pietra e strade intatte risalenti al 1500.
Questa cittadina, riconosciuta bandiera arancione dal Touring Club Italiano, è attraversata da un percorso ciclabile di 42 km che congiunge il lago di Como alla Val Bregaglia, lungo il percorso si incontrano luoghi di grande bellezza come il piccolo Borgo di Piuro, le cascate dell’Acquafraggia e l’incantevole Palazzo Vertemate Franchi.
Il fascino di questo territorio passa anche attraverso l’offerta enogastronomica, che è simbolicamente rappresentata dai crotti, cavità naturali adibite a cantine, che si sono formate sotto i massi di antiche frane e che sono l’ambiente ideale per la maturazione del vino e la stagionatura di salumi ed insaccati. Incastonato tra le rocce, il Ristorante Crotasc, primo crotto della Valchiavenna ad aprire al pubblico, è una struttura storica dove da quasi un secolo la famiglia Prevostini accoglie i suoi ospiti, offrendogli la possibilità di degustare il vino Nebbiolo di Mamete Prevostini nella storica cantina e di soggiornare in una delle tre camere costruite secondo un protocollo di certificazione energetica.
La Valchiavenna offre suggestivi scorci pronti per essere scoperti in bicicletta. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Greta Galanga, responsabile comunicazione di Crotasc, che ci ha offerto la sua visione sul fenomeno sempre crescente del cicloturismo.
Raccontaci della vostra clientela tipo: l’esplosione delle attività all’aperto ha cambiato tipologie di visitatore e le sue esigenze?
Da sempre, la clientela tipo è quella di prossimità, molti dei nostri ospiti provengono da Milano o dalla zona del lago di Como, spesso sono in viaggio verso la vicina Svizzera e colgono l’occasione per fare una sosta in Valchiavenna. Vengono a farci visita anche molti enoturisti, soprattutto dal nord Europa, attratti dal binomio vino ed escursioni in montagna. Il nostro territorio è la meta giusta per rilassarsi facendo un giro in bicicletta o una passeggiata a piedi, ma si presta anche ad attività come il climbing e il canyoning. I visitatori apprezzano molto l’idea di coniugare un’esperienza enogastronomica ad un’attività sportiva di variabile intensità.
Cosa significa per voi essere una struttura “BikeFriendly”? Cosa non dovrebbe mai mancare per fare felice un cicloturista?
Ciò che non deve mancare è sicuramente un luogo sicuro per custodire le biciclette. La sicurezza è un aspetto fondamentale per chi vuole godersi serenamente il soggiorno sulle due ruote. Inoltre, l’aumento di cicloturisti che utilizzano l’e-bike ci ha spinto a offrire un comodo servizio di ricarica per permettere al turista di continuare a esplorare il nostro territorio in sella alla sua bicicletta, aderendo al progetto DINAclub.
Quali sono un percorso e un’attrazione che un cicloturista non dovrebbe mai perdersi nella vostra zona?
La pista ciclabile Valchiavenna è sicuramente un percorso da non perdere per chi ama pedalare immerso nella natura. Lungo questo percorso di fondovalle si incontra l’antico borgo di Piuro, il cui nome sembra derivare da “petrorium”, cioè zona di pietre, famoso per la lavorazione della pietra ollàre e si ha la possibilità di affascinarsi ai piedi delle imponenti cascate dell’Acquafraggia. A pochi passi da questo spettacolo naturale sorge Palazzo Vertemate Franchi, capolavoro architettonico del Rinascimento, al cui interno si possono ammirare meravigliosi affreschi raffiguranti scene della mitologia greca.
Quanto sono importanti, nella vostra esperienza, la tecnologia e le piattaforme online nel turismo di oggi?
Sono strumenti fondamentali per individuare luoghi da scoprire e per programmare il proprio viaggio in ogni dettaglio, venendo a conoscenza dell’itinerario perfetto da percorrere. Non di minore importanza è la possibilità che la tecnologia ci dà di condividere le esperienze vissute e di consigliare ad altri mete sconosciute.
Siete entrati a far parte dell’ecosistema di mobilità sostenibile Repower: cosa significa per voi “sostenibilità”, e quanto questa sensibilità fa la differenza per il visitatore di oggi?
Pensiamo alla sostenibilità come a una direzione, non come a una destinazione. Negli anni le scelte hanno sempre seguito questo filo conduttore: dalla volontà di realizzare la prima cantina certificata Casaclima in Lombardia (protocollo volontario) per ridurre al minimo l’impatto ambientale ed energetico, alla costruzione delle tre camere mansardate sopra al ristorante con lo stesso protocollo energetico.
Nel parcheggio della nostra struttura abbiamo installato PALINA by Repower, la colonnina di ricarica per auto elettriche e il servizio di ricarica per le bici elettriche.
Il nostro impegno, per quanto riguarda il lavoro in vigna, è anche rivolto alla sostenibilità economica e sociale attraverso un progetto di rete che coinvolge le famiglie dei viticoltori locali.
Commenti
Inizia la discussione.