Noi abbiamo avuto la fortuna di poterlo fare ospitati da Silent Alps, il Consorzio Turistico di Arta Terme, un paesino di 2000 abitanti nel cuore della Carnia, a pochi chilometri da Tolmezzo.
Arta è un importante centro termale nato attorno alla fonte di Acqua Pudia, un’acqua “solfato-calcico-magnesiaco-sulfera” nota fin dall’epoca romana e che nei secoli è stata determinante alla crescita e alla notorietà del paese.
Anche Giosuè Carducci era solito trascorrere il suo tempo qui, tanto che decantò le proprietà terapeutiche dell’acqua e dell’aria di questi posti e ad Arta dedicò addirittura una poesia “Il Comune Rustico”.
Noi però a differenza di Carducci siamo qui anche e soprattutto per scoprire questi luoghi attraverso uno degli itinerari cicloturistici offerti dal Consorzio, e lo faremo accompagnati da Omar, la nostra guida.
Partiamo dal “Grand Hotel Gortani – Wellness&Relax” nel centro del paese e con l’obiettivo di scoprire la Val Pesarina, detta anche la Valle del Tempo.
L’itinerario prevede una settantina di chilometri con circa mille metri di dislivello.
Risaliamo la Valle del But, una delle otto valli della Carnia, e in breve ci troviamo a Sutrio.
Se questo nome non vi è nuovo è perché da lì parte la salita di uno dei due versanti dello Zoncolan, il primo che venne scalato nel Giro d’Italia del 2003 e che fece conoscere il Kaiser al mondo, quando a vincere fu Gilberto Simoni.
Perché, scopriamo da Omar, il nostro percorso è di fatto il giro dello Zoncolan ma – per nostra fortuna, almeno questa volta – senza doverci arrivare in cima.
Da Sutrio svoltiamo a sinistra e passiamo per Cercivento, un piccolo borgo montano famoso per essere una Bibbia a cielo aperto, grazie ad un progetto che ha decorato il paese con oltre trenta opere tra mosaici, murales e affreschi raffiguranti scene bibliche.
Dopo Cercivento la strada inizia a salire ma senza mai diventare una crucis, in breve scolliniamo a Sella Valcalda e scendiamo a Comeglians dove ci fermiamo alla pasticceria “Lilly” per assaggiare i suoi bignè giganti, che scopriamo essere apprezzatissimi in tutto il Friuli.
Ripieni di crema pasticcera e decorati con cioccolato e una ciliegia candita, capiamo il perché della loro fama e probabilmente l’ha capito anche il giovane ciclista seduto al tavolo di fronte al nostro assieme a suo papà.
Mangia felice mentre sfoggia la divisa del POGI Team, la squadra giovanile creata da Pogačar per supportare gli aspiranti corridori del suo Paese.
Il Giro è passato qui giusto ieri e molto probabilmente lui si è goduto il passaggio del suo idolo e poi ha deciso di restare ancora qualche giorno per scoprire, come noi, le bellezze della Carnia e la dolcezza dei bignè di Lilly.
Finita la pausa ripartiamo verso la meta del nostro itinerario, la Val Pesarina.
Appena la imbocchiamo ci accoglie un cartello con scritto “Valle del Tempo” con un grande orologio vintage a fianco. Domandiamo ad Omar maggiori informazioni.
Ci racconta che in questa piccola valle nel bel mezzo della Carnia, precisamente nella frazione di Pesariis, nel 1725 fu fondata la Solari, una piccola ditta familiare che costruiva allora orologi da torre e che negli anni è cresciuta fino a diventare ora una delle più importanti fabbriche di orologi del mondo.
Tutto, a Pesariis, parla di orologi.
Un numero imprecisato di orologi monumentali orna ogni angolo del paese, orologi a vasche d’acqua, orologi ad acqua turbina, orologi a pendolo, meridiane, orologi a palette giganti, orologi a carillon.
Camminiamo stupiti tra le vie e assieme a noi molte altre persone arrivate da chissà dove per godersi questo spettacolo di ingegno, tecnica ed estetica, che ha fatto di Pesariis (178 abitanti all’ultimo censimento) uno dei più importanti centri turistici della Carnia.
Ma il tempo, anche nella Valle del Tempo, è tiranno ed è già ora di ripartire, nuvole minacciose incombono e cerchiamo di sfuggirgli (spoiler: non ce la faremo).
Scendiamo a ritroso la Val Pesarina e ci tuffiamo nella Val Degano ad Ovaro, da dove parte il versante più famoso dello Zoncolan, quello terribile, durissimo, quello che ne fa la salita più dura del ciclismo mondiale.
Noi passiamo soltanto sotto l’arco di legno che dà il via a quel tormento, non a caso conosciuto come la Porta dell’Inferno, lo salutiamo e poi prendiamo una bellissima ciclabile in falsopiano (in discesa) e in breve siamo a Tolmezzo.
Qui imbocchiamo di nuovo la Val del But e, sotto un acquazzone biblico, dopo pochi chilometri torniamo ad Arta Terme.
Per fortuna ad accoglierci c’è di nuovo il “Grand Hotel Gortani – Wellness&Relax”, con gli innumerevoli servizi offerti dalla sua Spa, dove possiamo finalmente rilassarci. Dopo un giro in bicicletta attraverso i tesori nascosti della Carnia, tutto questo ha un sapore ancora migliore.
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