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La scelta della sella

4 minuti di lettura
Quando si parla di selle per biciclette, non si può non partire da una considerazione: la produzione italiana, quella artigianale e a seguire quella industriale, ha fatto scuola nel mondo. Tutto ciò che è sperimentazione, innovazione, eleganza e tutela della salute viene dalle selle italiane, che curiosamente sono tutte concentrate nel Nord Est.

La scelta della sella è infatti un argomento che apre tante porte, ma le più importanti sono legate alla comodità e alla salute. Bisogna scegliere il modello adatto affinché, dopo più ore di pedalata, il comfort rimanga invariato e la combinazione fra peso e attriti non gravi in maniera dannosa sull’area del perineo. Scegliere la giusta sella richiede dei passaggi, delle domande e una serie di misurazioni davanti alle quali ciascuna azienda produttrice ha sviluppato teorie e sistemi all’avanguardia.

Come scegliere

Nel momento in cui si sceglie una sella, o comunque si è guidati nel farlo, è importante capire le proprie misure ed avere alcune informazioni. Sembra una banalità, ma ognuno di noi, ad esempio, ha ossa ischiatiche di larghezza differente e questo può influenzare la scelta di un determinato prodotto piuttosto che un altro. Differenze sostanziali di anatomia e misure si riscontrano fra uomo e donna. E se fino a pochi anni fa le ragazze erano costrette a utilizzare selle pensate per uomini, oggi la ricerca delle aziende ha portato a una personalizzazione mirata in questo senso.

Uno dei primi fattori da considerare è la larghezza delle ossa ischiatiche, a seguire va poi approfondito il tipo di utilizzo che della sella si dovrà fare. La prima misurazione si può fare rivolgendosi a centri specializzati (basta andare nei siti web delle aziende produttrici di selle per avere la loro dislocazione) oppure anche a casa.

In questo secondo caso, il modo migliore di agire è prendere un cartoncino ondulato e di sedersi sopra. Una volta alzati, si segna con una penna il centro delle due impronte create dalle tuberosità ischiatiche, misurando poi con un righello la distanza tra i due centri. Quella è la larghezza delle ossa ischiatiche. E questo è uno dei passaggi che permette di attuare una prima scrematura di modelli.

La sella su misura

Ci sono aziende che hanno brevettato un sistema che, leggendo la pressione esercitata dal ciclista su un’imbottitura di riferimento, riescono a disegnare la sella su misura.

Prologo ad esempio ha messo a punto il sistema My Own, che utilizza una speciale fodera da collocare fra la sella e l’atleta, collegata a una serie di sensori. In questo modo si individuano i punti di pressione ed è possibile realizzare la sella davvero sulle misure di chi dovrà usarla.

Tante volte capita che una posizione non perfetta porti a comprimere qualche vena o un nervo e questo genera dei formicolii. Ognuno dovrebbe avere la sua sella e non semplicemente sceglierla perché è bella.

In casa Selle Italia è invece operativo da anni il sistema Id Match che inserisce la scelta della sella in un più ampio concetto di posizionamento sulla bici. Per cui si punta a individuare la posizione più corretta e di conseguenza a stabilire il tipo di sella che meglio la consente.

La sella da donna ad esempio è più larga, perché maggiore è la distanza fra le ossa ischiatiche, ed ha una base di appoggio più ampia che permette di scaricare meglio la pressione su punti meno sensibili.

Ciò che differisce invece davvero è tuttavia la rotazione naturale del bacino. Quello femminile è più ruotato in avanti, inoltre generalmente le donne sono più elastiche degli uomini. Una rotazione più marcata può orientare verso la scelta di selle piatte o semitonde, già predisposte a sfruttare la naturale capacità di rotazione dell’atleta, così come verso l’uso del canale di scarico: una posizione più ruotata significa infatti più pressione sull’area perineale.

L’imbottitura

Per quanto riguarda l’imbottitura, la situazione è molto personale: non ci sono metodi o misurazioni, ma l’utente si basa sulle proprie preferenze. Le gamme delle principali aziende produttrici propongono modelli con diversi livelli di imbottitura, per permettere a chiunque di trovare una soluzione personalizzata in base alle proprie necessità.

E’ importante sapere che non sempre maggiore imbottitura corrisponde necessariamente a maggior comfort: tutt’altro. Non è per caso che le selle utilizzate dagli atleti professionisti siano certo confortevoli, ma anche rigide. Qualunque oscillazione non necessaria in sella porta a dispersione di energia e al rischio di irritazioni e peggio ancora tendiniti.

Fondamentale anche più dell’imbottitura è dunque l’ergonomia della sella, che deve rispettare il corpo del ciclista. Da qualche anno sono sempre più diffuse le selle con lo spacco centrale. Si è capito infatti che insistere del coccige su una superficie piatta e rigida può portare spiacevoli conseguenze anatomiche che, nel caso dell’uomo, hanno spesso a che vedere con la prostata.

Pertanto non è raro imbattersi in disegni di sella con un’ampia apertura centrale e con punti di flessione che impediscono formicolii o indolenzimenti. Capofila in questo tipo di realizzazione è l’italiana Selle SMP, che per aiutare gli utilizzatori nella scelta della sella hanno creato Saddle Finder, il programma disponibile sul sito dell’azienda, che permette di individuare i modelli più adatti inserendo alcuni semplici parametri

I materiali

Se è vero che a ciascun ciclista corrisponde una sella più adatta di altra, ciò si riferisce anche al suo peso e alla sua capacità di essere resistente e confortevole. Abbiamo parlato dell’imbottitura. Abbiamo accennato alla fodera, ma un’annotazione meritano altre due parti essenziali: lo scafo e il rail, il suo telaio.

Se il primo è spesso realizzato in materiale termoplastico quando addirittura non in carbonio e deve garantire la flessione sotto i colpi che provengono dalla strada e dal peso del ciclista, il secondo nasce in due versioni: il caro e vecchio acciaio, il più moderno carbonio. Il primo si presta a un utilizzo più duraturo e non ha paura di colpi secchi. Il secondo, che è più leggero e performante, necessita maggiori attenzioni nel montaggio e nella verifica dopo buche o cadute. Nel montaggio perché il morsetto che lo tiene vincolato al cannotto reggisella è spesso in alluminio e non sempre il suo accoppiamento con il carbonio è un passaggio semplice. Inoltre dopo una caduta è possibile che il carbonio, preso un duro colpo, perda la sua affidabilità e richieda pertanto la verifica da parte di un negozio specializzato.

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